Comunione e Liberazione
Un momento del giocone

#VacanzeCL - Quegli occhi da cercare

Giorno per giorno la vacanza dei ragazzi di Gioventù Studentesca della Toscana. La gita nelle trincee della Grande Guerra, il giocone, le testimonianze di Enrico e Carlotta e Never alone la canzone di Tommaso. Per prendere sul serio la vita

Prima sera della vacanza dei ragazzi di Gioventù Studentesca della Toscana al passo del Tonale: Giacomo, Matteo e Carlotta, raccontano come durante l’anno hanno incontrato Cristo attraverso gli amici di GS. Il titolo di questa convivenza “Tutto per te” è subito concreto. Il giorno dopo, gita fin dentro le trincee della Grande Guerra. Lì, nei luoghi dove sono nati, cantiamo alcuni canti alpini. La guida che ci accompagna stupita ci dice: «Non sapete come è bello per me, che ho avuto il nonno in battaglia sentire voi ragazzi cantare le stesse canzoni».

Tornati in albergo, ci aspetta Enrico Craighero. Mariella introducendo l’incontro chiede: «La sfida è che la vita, tutta la vita, è per noi. Ma proprio tutto, tutto, tutto è per noi?». Enrico racconta dell’incontro con la ragazza che sarebbe diventata sua moglie e del dramma di avere due figli disabili. «Sono stato portato al fondo del mio cuore per rendermi conto di quale fosse il mio bisogno. Ma in una ferita grande entra una risposta grande». E quindi la svolta: «Un giorno ho visto gli occhi di mia moglie lieti e ho cominciato a respirare di nuovo. La vita diventa la ricerca di quegli occhi che ti mettono in grado di guardare tutto. La vita è semplice. E imparare dai semplici, semplifica la vita. Ai miei figli non importa del loro limite perché è quello che gli permette di essere abbracciati».

La testimonianza è un punto di svolta. Il clima cambia. Improvvisamente ci accorgiamo di cosa siamo a fare davanti a quel “Tutto è per te”. Le parole di Enrico ritornano nei dialoghi a tavola o nei momenti liberi. Emma butta lì: «Dopo aver ascoltato Enrico, ho cambiato sguardo su GS. Prima era un “sì, però…”, ora, anche se GS non è come ho in mente io, ho iniziato a dirmi: “Prova a vedere se è questa la strada”. Io sono una a cui le cose riescono, ma questo non mi basta. Così sto capendo che il movimento è anche per persone come me».

La mattina seguente, recita delle Lodi e dell’Angelus, e poi attività libere: torneo di calcio, gita gastronomica alle pasticcerie di Pontedilegno. Fino alla presentazione del libro dell’estate per GS: La lancia di Longino. Un passaggio colpisce: Longino incontra Cristo mentre lo ferisce al cuore. È un incontro che non avviene un momento dopo il “misfatto”, ma proprio dentro quel colpo. Noi possiamo lanciare la lancia del nostro rancore a Cristo e Lui la fa diventare punto di appoggio per la nostra vita, come è accaduto al soldato romano.

La gita

La sera una gradita sorpresa: l’attore Simone Riccioni dialoga con noi sulla sua vita guidata dal desiderio di essere felice, fino a trovare la strada per diventare attore.
Terzo giorno, gita fin sotto il ghiacciaio dell’Adamello. Durante la discesa, la gioia che riempie i cuori esplode nei canti alpini. E la valle riecheggia delle nostre canzoni.

Prima di cena, viene a trovarci Carlotta Piatti. Ci racconta del suo cuore «molto inquieto» e di alcuni episodi apparentemente banali in cui si è accorta della carnalità di Cristo. A fine incontro, alcuni ragazzi le chiedono: «Come si fa a riconoscere Cristo in ogni particolare? Non potrebbero essere solo delle coincidenze quelle che tu ci hai raccontato?». Carlotta rilancia: «Le coincidenze non liberano. I segni, quando li riconosciamo, lasciano una felicità che dura».

Dopo cena, la visione di Sully e il giorno successivo… siamo pronti per la battaglia. Tra teli saponati, cartoni per costruire castelli, gavettoni e bombe di farina, prende vita un gioco memorabile, con bagno finale nel torrente. A seguire grigliata e poi preparazione della festa finale, dove ognuno dà il proprio contributo. Tommaso, segnato da un grande dolore, vuole cantarci una canzone scritta da lui, Never alone: «Mi sento bloccato, impedito/impedito da me stesso, non ho il coraggio/di starle vicino, ma nemmeno la forza per starle lontano/Tremo al solo pensiero di essere insignificante per lei/[…] C’è qualcuno, sopra ogni cosa, che non mi lascerà/mai solo. Ha preso la mia mano, non voglio staccarmi adesso».



Infine, assemblea. Negli interventi emerge la gratitudine per la vacanza e per l’incontro fatto con GS. E anche l’intuizione di una sorgente misteriosa da cui scaturisce questa vita nuova con cui ci siamo impattati. C’è il desiderio di capire e l’impaccio di non saper dare un nome a tutto questo. Mariella dà alcuni spunti per non perdere questa ricchezza: «Seguite questa compagnia e aspettate. Non esiste la scorciatoia dell’abolizione del tempo. È bella la vita perché ogni giorno si scopre qualcosa». E puntualizza: «La compagnia che ti costruisce è quella che tu costruisci. Altrimenti ne vedrai solo i limiti. Ma se le dai tutto, la compagnia cristiana ti dà il centuplo». Ma a Matteo qualcosa ancora non torna: «Ho paura a prendere sul serio la mia vita perché quando la si prende sul serio, le corazze del cuore cadono e ci si apre alla sofferenza. Qui ho capito che la vita va presa sul serio, però ho paura di ricadere nel banale». Mariella ringraziandolo per la sua lealtà gli dice: «Prendersi sul serio non significa però solo soffrire, ma accettare un dramma che ha come premio la felicità».
Ma se tutto questo finisse tornati a casa? Incalza Debora: «Sabato mattina, quando vi sveglierete e non sarete più in vacanza, cosa farete? Cercherete "certi occhi"? Questa è la sfida, perché non possiamo vivere accontentandoci di non capire l’esperienza fatta».
Luca, Firenze