La Colletta in un supermercato di Juiz de Fora (Brasile)

Verso la Colletta/3. Quando un gesto trasforma la realtà

Sabato prossimo l'appuntamento con la raccolta degli alimenti del Banco alimentare. Solo un'occasione di solidarietà? Un'altra testimonianza dal Brasile, dove Leandro ed Elivânia hanno invitato tutti: amici, vicini, l'amministratore del condominio...

La Giornata nazionale della Colletta alimentare è stata per noi davvero una grande ripresa, un’opportunità di mostrare il nostro volto e testimoniare veramente l’amore di Cristo per ciascuno di noi. Quando siamo stati invitati a fare la Colletta a Juiz de Fora, quasi dieci anni dopo l’ultima che avevamo fatto a Rio de Janeiro con tutta la “struttura” e la compagnia degli amici di Scuola di comunità, la sfida è stata molto grande. Qui non abbiamo un gruppo di Scuola di comunità, né una Fraternità. Quindi, prima di tutto, è stata una grande novità, perché molti qui non conoscevano l'iniziativa. Aderire a qualcosa che non si conosce è possibile solo per una grande amicizia e noi dovevamo proporre agli amici di partecipare a questo grande gesto.

Il punto di partenza non poteva essere altro se non il nostro grande desiderio di farla. Per questo ci siamo lanciati nell'invitare i compagni di lavoro, i vicini e gli amici più stretti. È iniziata così una delle più belle avventure della nostra vita. Le adesioni sono arrivate anche da dove meno ce le saremmo aspettate. Una delle persone che abbiamo chiamato ci ha detto che temeva di non avere il coraggio di fare un gesto di quel genere, ma che desiderava tanto poter restituire un po’ di quello che Dio nella Sua infinità bontà le donava ogni giorno, semplicemente per gratitudine. Così, ha rinunciato a un viaggio per partecipare, mentre per molti sarebbe stata un’ottima scusa, dicendo che l’invito era qualcosa a cui non si poteva dire di no, perché era come una chiamata di Cristo.

Questa stessa persona ci ha invitati a parlare della cosa alla scuola accanto a casa nostra, che a sua volta realizza vari progetti sociali. Un altro conoscente, dispiaciuto di non poter partecipare, e dopo aver appreso del rifiuto di un supermercato di accoglierci per la Colletta, ha cominciato a mobilitarsi, invitandoci a non arrenderci nel cercare aiuti, perché era stato colpito da ciò che gli avevamo detto; si è messo lui stesso a cercare collaborazione finché ci è riuscito, mentre noi ci eravamo già arresi. Ci ha detto che sapeva cosa rappresentava per noi quel gesto, e che lui non poteva rimanere con le mani in mano.

Per noi è stata una possibilità unica di accostare i vicini, e vedere il loro sì e la loro adesione. Abbiamo mobilitato molta gente con un desiderio grande, dal portiere all’amministratore condominiale, dall’insegnante al gestore della scuola. I bambini, con lo sguardo attento a ogni gesto il giorno della raccolta, alla fine hanno voluto portar via la pettorina gialla per essere sicuri di poter partecipare anche il prossimo anno.

Non possiamo descrivere tutte forme di partecipazione e ogni gesto che abbiamo visto. Ma tutto è stato un’opportunità di crescita e di riconoscimento della nostra condizione umana. Come per Madre Teresa di Calcutta, quando una volta, mentre stava chiedendo aiuto per i poveri, qualcuno le sputò in faccia. Lei pulendosi il volto con un gesto dolce, rispose: «Mi hai dato ciò che mi spetta, adesso aiuta i miei poveri». Quanta bellezza possiamo trarre da questa giornata, anche se non tutti, alla fine, hanno partecipato. Tutto è per la gloria di Dio, e riconoscere questo trasforma la realtà attorno a noi e ci riempie di positività.

Leandro e Elivânia, Juiz de Fora (Brasile)