Lamezia Terme. Da una mostra, la “scuola vera"

"Nuove generazioni", l'esposizione del Meeting 2017, sbarca in Calabria. E con i suoi pannelli, anche la storia e il sorriso di Youssef. Che racconta ai coetanei del liceo Fiorentino come, in un'esperienza di amicizia, la diversità è una ricchezza

Due ragazze, Laura e Francesca, e un’insegnante, Giovanna, prendono l'iniziativa di chiedere ai rappresentanti di Istituto e al dirigente scolastico del Liceo classico Fiorentino di Lamezia Terme (Catanzaro) uno spazio per allestire la mostra sulle “Nuove generazioni. I volti dell'Italia multietnica” e per usare le ore dell'assemblea studentesca per un incontro di presentazione dell’evento. Così, la mostra viene allestita per tre giorni nell'atrio della scuola e il 26 marzo viene fatta la presentazione a tutti gli studenti e le studentesse.

A raccontare che cosa sia questa iniziativa vengono da Caltanissetta un giovane del Mali, Youssuf, e le sue insegnanti Marilena e Loredana. È un incontro entusiasmante, Youssuf racconta la sua drammatica vicenda. Arrivato tre anni fa in Sicilia tra mille peripezie, si è trovato, minore non accompagnato, solo in un ambiente sconosciuto. Era pieno di paure ma poi ha incontrato, alla Scuola Media Pietro Leone di Caltanissetta, due insegnanti, Loredana e Marilena, che gli hanno insegnato l’italiano e da cui si è sentito voluto bene, tanto che entrambe sono diventate per lui «mamme», come anche oggi le chiama. Un’esperienza molto significativa quella della scuola, dove i ragazzi stranieri si trovano in classe con studenti che hanno un'età di molto inferiore alla loro. Addirittura cinque anni meno, nel caso di Youssuf, che però ha trovato una grande accoglienza, tale che oggi gli fa dire bene di tutto il popolo italiano. Youssuf ha superato così gli esami di terza media e si è potuto iscrivere alla scuola alberghiera.

L'esperienza che Youssuf racconta è quella di una grande positività. E colpisce la semplicità con cui coinvolge i ragazzi all'assemblea, mentre lo riempiono di domande. Come quella di una ragazza che, dicendogli prima di riflettere bene, gli chiede «Ma tu sei felice?». Lui risponde di sì, senza indugio: non ha bisogno di molte parole, ridice dell'accoglienza che ha trovato a Caltanissetta, ma ciò che convince più di tutto della sua risposta è il suo sorriso, insieme all'intensità del suo sguardo. Quella domanda e la risposta sono certamente il momento di maggior intensità dell'assemblea, perché proprio su questo si gioca la questione più importante della mostra: le nuove generazioni sono ragazzi e ragazze che vogliono vivere tutto e viverlo in modo pieno. 

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All'Assemblea, verso la fine, arriva anche il dirigente scolastico che ha permesso questa iniziativa, anche lui interessato a capire quale sia il segreto della mostra, e soprattutto che cosa permetta a persone con tradizioni, culture e religioni diverse di essere così amici. È un altro momento importante, perché nel dialogo con lui emerge un altro punto focale della mostra, quello che Yuossuf più volte sottolinea, cioè che è un'esperienza di amicizia ciò che mette insieme persone diverse, e in un'amicizia la diversità è una ricchezza. E che quando si incontra un'esperienza di amicizia non si dice più “noi” e “loro”, ma unicamente “noi”! 

Le ragazze del Liceo nel pomeriggio fanno da guida alla mostra. Colpiscono la loro freschezza e il loro entusiasmo. Comunicano la loro passione per la vita. E mentre raccontano di tante esperienze umane, proprio in quel momento, sta già accadendo, lì, al Liceo Fiorentino, la “scuola vera”, una comunicazione di sé che porta una domanda sul perché della vita.

Gianni, Abbiategrasso