Fidenza. Quei ragazzi tutti cuore e biscotti

Un gesto di carità proposto ai cresimandi nel cammino della Quaresima: infornare dolci e venderli fuori da messa. «Per scoprire il "vero bene", Uno per cui vale la pena diventare grandi e spendersi»

Da qualche anno, su invito di alcuni amici, seguo con loro i ragazzi delle medie del gruppo dei Cavalieri della mia città. Quest’anno il "don" della mia parrocchia mi ha chiesto di fare il catechismo con una decina di ragazzi che riceveranno la Cresima. Dopo un momento di titubanza - non ho mai fatto catechismo prima -, mi sono fidata di lui e ho detto si.

Con Anna una ragazza poco più che ventenne - io ho il doppio dei suoi anni - abbiamo iniziato questa avventura. Da subito, la cosa che mi ha colpito è stata, nonostante le nostre storie così diverse, l’amicizia che ne sta nascendo con lei, e il fatto che desideriamo viverla anche con i nostri ragazzi. Come cammino per la Quaresima, su suggerimento del don, abbiamo lavorato sulla liturgia partendo dal gesto delle “Ceneri”. E un aiuto, a comprendere meglio cosa sia la Quaresima, ci è arrivato con l’omelia del Vescovo di Reggio-Emilia, monsignor Massimo Camisasca, intitolata “Ospitare Dio nelle nostre vite”. Ad un certo punto Camisasca dice che la vera rivoluzione è tornare ad accogliere Dio e che questo non può avvenire se non inizia «da me e te». Quindi, suggeriva alcuni gesti per utilizzare in modo diverso il proprio tempo partendo da piccoli gesti, piccoli cambiamenti in modo che la nostra vita ne sia rallegrata. Da qui, l’idea di aiutarci ad usare il nostro tempo in modo diverso, magari non attaccati a cellulare, televisione o videogiochi.

Così, abbiamo proposto ai ragazzi di vivere insieme un gesto di carità: fare dei biscotti da vendere alla fine delle messe del sabato e della domenica e donare il ricavato ad Avsi. Abbiamo invitato i ragazzi il mercoledì pomeriggio, nella cucina della parrocchia, e la sorpresa è stata vedere il loro entusiasmo nella risposta. Era come se il loro cuore stesse attendendo proprio questo: un invito, qualcuno che gli dicesse che anche loro possono contribuire al bene e a cambiare il mondo.

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In un pomeriggio abbiamo sfornato e confezionato più di 600 biscotti. E poi la seconda sorpresa: alla vendita hanno partecipato anche i ragazzi che non erano riusciti a venire alla produzione. Mi ha colpito una ragazzina, molto timida, che è venuta e, di fatto, senza mai dire una parola ha venduto solo un pacchettino di biscotti al suo papà. Però era lì! Poteva stare a casa, e invece era lì con tutto il suo cuore, desiderosa di esserci. E io? Io non posso far altro che stare a guardare e stupirmi di cosa il Signore fa accadere in loro. E pregare perché i loro giovani cuori possano riconoscere in Gesù il vero bene per cui vale la pena diventare grandi e spendersi. Per dovere di cronaca, la vendita è stata un successo: abbiamo raccolto 250 euro!

Michela, Fidenza