Marcelo Cesena in concerto a Pisa

Pisa. Cinque ragazzi in "concerto"

All'inizio sembrava un'impresa impossibile: organizzare un concerto con Marcelo Cesena. Ma dopo una serata con il compositore brasiliano, i ragazzi di GS non avevano avuto dubbi: comunicare a tutti quella bellezza. E il 4 maggio...

A Pisa di Gioventù Studentesca siamo in cinque: io, Martina, Marta, Simone e Francesca, tutti di scuole ed età diverse. Una situazione non sempre facile. Ma quest’anno è successo qualcosa: il concerto. Tutto è iniziato senza che noi ce ne rendessimo conto quest’estate, all’equipe di GS quando don Pigi Banna ha chiesto a don Giordano, che si era appena trasferito a Firenze, di accompagnarci nella nostra amicizia. Il sì di don Giordano è stata la prima nota di questo "concerto".

Con lui è nata una bellissima amicizia, ogni due settimane fa un’ora di viaggio per noi cinque, che all’inizio non sapeva nemmeno chi fossimo. Una mattina dopo le vacanze di Natale, decidiamo di vederci per fare colazione insieme. Mentre stavamo parlando, arriva una chiamata a don Giordano da un certo Marcelo… Appena fa il suo nome vedo Martina illuminarsi e dire: «Conosci Marcelo? Me ne hanno parlato degli amici e mi hanno detto che è straordinario!». Chi stava parlando con don Giordano era Marcelo Cesena, il pianista e compositore brasiliano che ha conosciuto il movimento negli Stati Uniti e oggi vive a Ferrara. Finita la chiamata, Giordano ci dice: «Non lo avete mai conosciuto? Dobbiamo invitarlo a fare un concerto a Pisa».

Presi dalla carica del momento, accettiamo la proposta e decidiamo di muoverci nonostante sapessimo che davanti a noi avevamo una bella montagna da scalare. Ma la fiducia nei confronti di un amico, che ci stava dicendo che in cima a quella scalata c’era un panorama bellissimo, ci ha dato la forza per iniziare a camminare.
Io e Martina cominciamo a organizzare le idee: cercare la sala, il pianoforte, la pubblicità… E subito incontriamo il primo ostacolo, la prima nota stonata: le spese sono tante e i soldi non ci sono. Questo urto con il dato di fatto ci scoraggia, sembra impossibile riuscire a organizzarlo.

Decidiamo comunque di invitare a cena Marcelo per conoscerlo e presentargli il nostro problema. Quella cena è stata un momento di un’intensità disarmante. Ci siamo resi conto di avere davanti una persona che vive per e nella bellezza, in costante rapporto con Cristo tramite la musica, e davanti a tutto questo non abbiamo potuto fare altro che desiderare che la bellezza che stavamo vivendo potesse raggiungere altre persone: i nostri amici, le professoresse, la comunità degli adulti, tutta la città. Quando gli abbiamo raccontato del problema dei soldi ci ha detto: «Se Dio vorrà, questo concerto si farà. Voi continuate a chiedere consapevoli che il concerto è già iniziato, che abbiamo tutto nella nostra amicizia».

Quella sera a letto rivolgendomi a Dio ho detto: «Non so se riusciremo a fare questo concerto, ma fa’ che io viva per vedere costantemente questa bellezza e che io riesca a farla vedere agli altri». Quella cena è stato lo slancio di cui avevamo bisogno per muoverci affidandoci. L’unica cosa da fare era provare a cercare degli sponsor, che si sarebbero dovuti fidare di cinque ragazzi. Incredibilmente riusciamo a trovare i soldi tutti in un giorno. Prenotiamo la sala, cerchiamo il pianoforte, facciamo il volantino e iniziamo a girare per le scuole e per la città invitando amici e non.

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La data del concerto si avvicina sempre di più, passano le vacanze di Pasqua e il Triduo di GS, che ci rilancia ancora più forte il desiderio di vivere e far vivere la bellezza che abbiamo incontrato. Arriva il giorno tanto atteso, il 4 maggio, non ci sembra vero, ma ce l’abbiamo fatta; l’adrenalina è tanta, nelle nostre teste rimbalzano le domande: «Quanta gente ci sarà? Piacerà?».

La sala si riempie, ci sono 150 persone: amici, sconosciuti, professoresse, compagni di classe, ragazzi di GS di Firenze, gente di tutte le età. Il concerto inizia e Marcelo esegue i suoi pezzi: "fotografie" che ha fatto a momenti di vita. Mi metto in un angolo della sala per poter vedere i volti delle persone. Vedo gente commuoversi, sorridere, ascoltare con attenzione. Qualcosa in quella sala stava accadendo e noi tutti eravamo testimoni di quella bellezza. Finito il concerto, le persone si fermano a ringraziare noi e Marcelo, a parlare con lui, alcuni con le lacrime agli occhi. Il concerto per noi continua con la cena per far conoscere Marcelo ai nostri amici e anche la mattina dopo, facendo colazione insieme e andando a messa in cattedrale.

Il Vangelo di quella domenica era la pesca miracolosa e io inizialmente non stavo ascoltando, con la mente immersa nelle immagini di quello che avevamo vissuto fino a quando arriva a risvegliare il mio cuore la domanda che Gesù fa a Pietro: «Pietro mi ami tu?», a cui Pietro risponde: «Tu sai che ti voglio bene». Quella domanda l’ho sentita rivolta a me, rivolta a tutti noi. Allora mi sono chiesto: «Ma come posso rispondere nella mia vita a questa domanda, come posso dimostrare a Cristo e agli altri il bene che Gli voglio? Posso solo fare esattamente quello che fa Marcelo: testimoniare e vivere la Bellezza che ho incontrato in questa compagnia e per viverla devo continuare ad incontrarla, come Giovanni e Andrea».
Riccardo, Pisa