La vacanza a Marilleva

Vacanze Cavalieri. Un’amicizia che brucia dentro

Serena quasi non ci credeva quando quel suo alunno, all’ultimo, si è iscritto alla convivenza. «Ho visto nei miei compagni qualcosa che volevo anche io». E non è stata l'unica sorpresa di quei cinque giorni in Trentino…

La prima cosa spettacolare che è successa alla vacanza dei Cavalieri della Brianza a Marilleva dal titolo “La felicità è nell’amicizia che ci lega”, è stato vedere uno dei miei alunni, che era venuto durante l’anno solo a qualche incontro, fiorire improvvisamente. Per questo ci ha stupito quando è arrivato a scuola il 20 giugno a mezzogiorno con i soldi in mano, dicendo: «Vengo in vacanzina». Ci siamo domandate che cosa poteva averlo spinto a quella rocambolesca iscrizione.

La mia collega Margherita aveva insistito con lui, ma la ragione ce l’ha raccontata proprio lui alla prima assemblea: «Ho visto nei miei compagni, quando sono tornati dalla Promessa, qualcosa come di felicità nei loro occhi, qualcosa che gli bruciava dentro e volevo vederlo anch’io».

Abbiamo fatto il viaggio di andata con il piccolo gruppo di Sondrio (due ragazzi e una prof) e nel giro di due ore lui aveva fatto amicizia. Si è coinvolto in tutto, ha partecipato a ogni proposta raccontando quello che stava scoprendo. Il terzo giorno ci dice: «Qui il silenzio non è uguale a quello che c’è in classe. È un silenzio vivo che ha un dialogo sottinteso». All’assemblea finale è salito sul palco e ha detto che ha trovato un modo di vivere che gli piace e che quella felicità che ha trovato e sentito nel cuore vuole continuare a cercarla.

Anche io, come tanti miei alunni, dopo questa vacanza, ho riscoperto l’amicizia. Se lascio la porta aperta, se non decido io chi, cosa, come e dove, il Signore continua a sorprendermi e a farmi compagnia attraverso chi mi mette sul cammino. Dico questo perché sono partita con molte domande e con in mente questa frase: «Dai una possibilità anche agli adulti che hai intorno». Di mio tendo a giudicare in fretta chi può e chi non può essere una occasione per me. Ma qui c’è Qualcuno che mi permette di guardare tutto e tutti come l’occasione per essere felice e vince le mie obiezioni. Così è nata una amicizia immediata con Beatrice di Sondrio e mi sono ritrovata a raccontare la mia storia ad altri prof incrociati durante la gita con una familiarità normalmente insostenibile.

LEGGI ANCHE - Quella bellezza che si affaccia dai sedili in fondo

Mi sono coinvolta nella preparazione dei giochi anche se non ne sono proprio capace; mi sono messa a preparare il campo anche se pioveva; mi sono trovata a portare alunna e zaino anche se in gita quella che fa fatica sono io normalmente. Mi sono trovata a non fermarmi al mio immediato pregiudizio sulle persone e scoprire che anche loro erano lì per me. Mi sono accorta che ho fatto lo stesso cammino che con gli altri ho proposto ai miei ragazzi. Ho riscoperto che prima di tutto io faccio i Cavalieri per me.

Serena