La gita

Vacanze Cavalieri. La pernacchia e la melodia

L'abbraccio di Dedde. Anna che arriva in cima con l'aiuto degli amici. Le testimonianze di Enrico e Giovanni. La serata finale preparata in tempo record. E Monica che si era chiesta se valesse la pena andare a quei cinque giorni con 160 ragazzi...

Loredana mi chiama per gli avvisi e mi dice: «Veronica è una settimana che prepara la valigia… Non vede l’ora!». Metto giù il telefono e penso a me che vengo da un periodo pieno di circostanze faticose: come invidio quell’attesa che io non mi ritrovo addosso. Anzi, mi sento solo stanca e con una domanda: «Che ci vado a fare in vacanza?». Con questo disagio parto per la convivenza dei Cavalieri a Marilleva con i miei amici di Cremona, Brescia, Arona e Liguria a cui quest’anno si sono aggiunti quelli di Crema, Lodi e Piacenza. Mancano le mie amiche che, per vari motivi, sono rimaste a casa.

Sul piazzale dell’albergo, Dedde mi corre incontro e mi abbraccia forte. Vorrei che non mi mollasse mai, perché mi rendo conto che ho solo bisogno di questo. Si va in chiesa e nell’omelia don Marco dice: «Vi chiedo di fare esperienza di questi giorni, chiedete questo. Fidatevi!». Il primo giorno, guardiamo uno spezzone del cortometraggio Butterfly Circus. A un certo punto Mendez, uno dei protagonisti, dice a Will che è senza braccia e gambe: «Tu sei meraviglioso». Ma quello gli sputa. Forse anch’io sto sputando su ciò che desidero.

I ragazzi sono tanti e iniziano a fidarsi di Giovanni, Gigi e don Marco. Partiamo per la gita e a un certo punto mi ritrovo con Laura, Paolo e Anna che non riesce più a salire. Ci fermiamo per farla riposare e dopo una breve pausa, Laura le chiede: «Vuoi arrivare fino in cima?». Anna: «Sì». E dopo mezz’ora raggiungiamo il nostro gruppo che ci accoglie con una ovazione. Le giornate e le serate ci regalano una comunione che tiene dentro tutti e tutto. Il video dei giochi sugli Avengers ci carica per la grande sfida. Guardo i ragazzi mentre fanno staffette, cercano oggetti, e si cimentano nelle prove. Ognuno gioca, combatte, ci mette tutto se stesso. Mi vengono in mente le mie amiche che sono a casa e intuisco che per stare accanto a quello che è chiesto a loro devo dire il “sì” di Anna che è ripartita anche se non ce la faceva più.

Mentre i ragazzi tornano in albergo, Gigi con qualche ragazzo di GS e adulto pulisce il telo insaponato, naturalmente l’acqua la fa da padrona e tra gavettoni e scivoloni torniamo anche noi fradici. Gigi mi dice: «Vedi, questo per me è il Paradiso». Lo guardo stranita e gli chiedo perché, e lui: «Non voglio altro se non essere felice con i miei amici e penso che quando andrò in Cielo sarà così».
Ci raduniamo per ascoltare le testimonianze. Enrico racconta che era un ragazzo che non amava studiare e faceva disperare gli insegnanti. Ma c'era però una prof che gli aveva sempre voluto bene e, nel tempo, lui si era accorto di questo e aveva iniziato a seguirla. Giovanni parla di quando aveva iniziato a suonare la tromba. Prende il bocchino soffia dentro e dice: «Vedete, io ero così. Se usi solo questo viene fuori una pernacchia. Io ero un po’ questa pernacchia, non sapevo dove stare e facevo tanti danni, ma se il bocchino lo metti dentro la tromba sentite cosa esce». Ascoltiamo incantati. «Ecco, questa è la compagnia che mi ha fatto diventare, da pernacchia che ero, una cosa meravigliosa proprio come questa melodia».

Guardo Elia che con la chitarra segue Elena per imparare a suonare sempre meglio. Una ragazza delle medie mi chiede: «In che gruppo sei per la gita?». E mi ritrovo a risponderle: «Nel tuo!». Anche se volevo andare in un altro.
Siamo quasi all’ultimo giorno e un ragazzo racconta: «Mi hanno sempre preso in giro perché sono goffo, ma qui con i Cavalieri mi guardano per come sono veramente, grazie». E poi Elisa: «Un mio amico da casa mi ha chiesto cos’ho fatto ieri, gli ho detto della gita al lago. E lui: “E basta? Non c’erano attrazioni?”. Sono rimasta basita perché con voi Cavalieri quello che sto facendo mi basta, voi mi fate guardare oltre».

LEGGI ANCHE - Un'amicizia che brucia dentro

La serata finale è preparata in tempi record. Non c’è nulla fuori posto, ognuno è dentro quello che fa e lo fa bene. Frizzi, balli, canti, tutto è straordinariamente ordinato. Ci salutiamo con l’assemblea e la messa. Quello che ho visto sono delle facce da eroe perché tutti si sono fidati di qualcuno che ci ha detto. «Tu vali! Sei importante per me!». Sono stata dentro quest’amicizia che miracolosamente porta anche chi non c’è, ama anche chi non vuole e lega chi vuole stare da solo. Questo è lo sguardo che il Mistero ci ha regalato.
Monica, Genova