Vacanze cavalieri. Qualcosa che attira più dello smartphone

Augusto è un pediatra in pensione. È andato a Madonna di Campiglio con i ragazzi delle medie di Cesena, Ferrara e Udine. Con l'occhio clinico di conosce bene i ragazzi di quell'età, ha osservato un'amicizia sorprendente. Da tutti i punti di vista

«Tu sei magnifico, sei preferito e amato, stai con noi!». Questa la traccia che ha guidato la vacanza dei Cavalieri del Graal di Cesena, Ferrara e Udine a Madonna di Campiglio, alla quale ho partecipato come medico pediatra, ora in pensione, e accompagnatore di montagna. I pediatri sanno bene che bambini e adolescenti si trovano oggi al centro di una grande emergenza sanitaria non sempre riconosciuta: il 10-20% soffre di un disturbo neuropsichiatrico (deficit di attenzione, iperattività, disturbo postraumatico da stress, disturbi dell’umore, depressione precoce, disturbi del comportamento alimentare, dipendenza da schermi/digitale).

Fortunatamente solo una parte di questi disagi si struttura in una malattia psichiatrica dell’adulto e ciò dipende molto dalla relazione educativa che si riuscirà a costruire. Ecco, ho colto come l’esperienza di convivenza che questi ragazzi hanno vissuto possa sicuramente metterli nell’atteggiamento migliore per superare o prevenire questi possibili disagi. Se faticano a sapere ciò che vogliono e hanno paura di sbagliare, nel contesto di un gioco a squadre si ritrovano in ruoli determinati al risultato; se temono l’esibizione sul palco gli amici li incoraggiano a farlo; se non vogliono camminare sono disposti però a provarci se vicino hanno quelli di cui si fidano. E se gli psicologi raccontano che gli adolescenti hanno paura di guardarsi negli occhi perché l’abitudine ad usare gli emoji pare abbia indebolito la loro capacità di interpretare le emozioni dell’altro e le proprie, qui invece li ho visti guardarsi incuriositi a capire cosa stava avvenendo e come la pensava l’altro. Ma cosa stava accadendo veramente? Avveniva che si sentivano accolti, voluti e amati.

Questa è l’unica condizione necessaria a spostare l’interesse dal sé in difficoltà, dai social e dalle loro devianze (cyber bullismo, suggestioni, sottomissioni) agli altri. Durante una faticosa passeggiata in montagna, ho visto nascere la capacità di superare assieme le difficoltà, fino a cantare contenti perché insieme si era giunti alla cima. Insomma, li ho guardati con compiacimento mentre seguivano il ritmo del campo nelle sue proposte abbandonando gli smartphone per ore. Le regole si accettano se la simpatia che le esige è più grande.

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E questa amicizia una volta vissuta sarà certamente un forte richiamo a ricercarla di nuovo a casa, nelle proposte di incontri e lavoro insieme. Ma la reciproca fiducia che va costruendosi a prescindere dai loro difetti è così potentemente coesiva se viene da qualcun Altro; altrimenti non durerà, perché sarebbe solo una proiezione della propria personalità con tutte le mancanze e le debolezze. In questa vacanza ho ben visto, e di questo ne sono grato, come gli adulti riescano a rendere concreta e tangibile l’amicizia in Cristo che li precede e alla quale i ragazzi possono guardare, costruendo un senso positivo ed uno scopo della vita. Questo interesse e desiderio di conoscere apre la loro libertà e li rende capaci di una generosità inimmaginabile, su cui costruire relazioni stabili e una società migliore.
Augusto, Cesena