Il banchetto Tracce a Rimini

#giornatatracce. «Una bellezza da gridare al mondo»

A Rimini, la vendita della rivista con gli amici, davanti a un banchetto in un mercato al coperto. Tra gente che si ferma piena di domande e l'indifferenza di tanti. «E noi lì, senza grandi risposte, ma con il cuore. E con un strada»

Sabato mattina alle 8.30 con gli amici della Scuola di comunità ci siamo organizzati per vendere Tracce al mercato coperto . Abbiamo allestito un banchetto davanti alla macelleria di un nostro amico che ci ha preparato qualche stuzzichino per invogliare le persone a fermarsi. Un via vai continuo e una fatica incredibile a intercettare i volti frettolosi che camminano a testa bassa e che, in un sabato riminese con un sole quasi estivo, si affrettano a fare i tipici acquisti del fine settimana. Difficile perfino fermare le persone in qualche modo si conoscono.

Innanzitutto, mi ha colpito tantissimo stare in mezzo alla "gente gente". Mi sono accorta davvero come il nichilismo, il cinismo, i desideri senza speranza, la sfiducia nel futuro, la scontatezza e tanto altro sono il pane quotidiano delle persone, che spesso vivono slegate da un luogo, un volto, un incontro concreto che possa fare almeno alzare la testa per accorgersi che ci sono e che le cose intorno a loro esistono. Tante “bolle” chiuse e in difesa. La sfida con cui Carrón è partito alla Giornata di inizio è davvero il primo dato evidente. Il massimo che la gente dice è: «Io so già». Oppure ti racconta solo fatti pieni di angoscia senza neanche rendersene conto. E mi è venuta in cuore una tenerezza infinita perché continuamente pensavo: «Anche io potrei vivere così, a testa bassa...». Così come dice il Papa quando incontra i migranti, potrei esserci io lì! E il cuore si commuove della grazia ricevuta e dell’umanità tutta.

Secondariamente, all’inizio mi attardavo in mille pensieri, tutta attenta a quanti Tracce stavamo vendendo. Poi, dato che la fatica era grande, mi sono chiesta: «Ma io desidero incontrare questa gente o devo portare a casa il risultato?». Questa semplice domanda ha risvegliato il mio cuore che, nonostante la gratitudine per l’incontro fatto, continuamente si dimentica e vive come fosse scontato. Con questo cuore ridestato mi sono buttata ad incontrare le persone.

È stato difficilissimo. Facevo un passo avanti e due indietro... La paura di essere trattata male, di dire "di Chi" sono: tutto era un paragone continuo tra me e il dato di realtà che stavo vivendo. Vedere gli amici muoversi tra la folla e provarci è stato un grande aiuto e una continua liberazione dalle mie catene. Come me, tanti noi erano come "bloccati", eppure erano lì con il desiderio di esserci veramente, non come soldati, testimoni di questa grande storia che ci ha presi. Ho pensato ai discepoli e a quello che hanno vissuto con Gesù: come hanno potuto affrontare il mondo? Avevano Lui negli occhi.

Mi ha colpito anche come in tanti hanno rinunciato a questa proposta e non hanno neanche tentato di organizzarsi per motivi più che validi, come accudire i figli. Ma allo stesso tempo, gli "ultimi" della mia Scuola di comunità sono stati grandi missionari. E c'è chi è venuto solo per un’ora... Anche quell'unica ora ha un valore infinito: chi è Costui? Chi è in grado di catturare così un’ora della mia giornata?

Che grande differenza fra il nichilismo e la meraviglia, lo stupore. Lo stupore ha un’attrattiva unica e fortissima. Una mia amica ha fermato una signora inizialmente restia. Poi questa le ha raccontato l’esperienza fatta al Meeting quest’estate, molto colpita dalle mostre (quella su Etty Hillesum in primis) e dalla vita che ha incrociato. Prima di andarsene, ha acquistato Tracce dicendo: «Se non avessi detto di sì alle mie amiche per andare al Meeting mi sarei persa tutta quella bellezza. Così ora dico di sì a Tracce, perché tu mi dici che è per una grande convenienza umana. E non voglio perdermi questa occasione». Come è semplice seguire! E poi ci sono quei due single incrociati: non hanno acquistato Tracce, ma verranno alla prossima Scuola di comunità.

Noi, così fragili, non avevamo tutte le risposte adeguate alle tante domande o alla totale indifferenza. Ma avevamo un cuore. E, soprattutto, una strada. Possiamo fare tante iniziative bellissime in alternativa alla vendita di Tracce, ma cosa mi fa crescere veramente?

È stato così oggettivo quel gesto che ci ha educati, prima di tutto, a renderci conto della bellezza che avevamo fra le mani: Tracce, una ricchezza regalata. E ci aiutato a vedere la forza della compagnia, amici che tirano fuori il tuo bisogno anche solo guardandoti. Fra tutti noi, alla fine, dominava quella baldanza ingenua che può renderci grandi e missionari, una sfida aperta anche a chi non è venuto. La bellezza di Cristo si può solo gridare a tutto il mondo, con gli occhi, con Tracce, con tutto il nostro essere.
Alessandra, Rimini