Una spesa donata alla Colletta Alimentare a Bologna

Bologna. La Colletta è molto di più

Il turno era iniziato come un "dovere". «Chi me lo fa fare di alzarmi alle 7 e stare lì a volantinare?». Poi una domanda, una spesa donata e un sorriso nuovo. E si riparte

Caro Julián, anche quest’anno ho deciso di partecipare come volontaria alla Colletta Alimentare. Un po’ controvoglia, sinceramente, per una stanchezza fisica ma anche esistenziale che mi faceva pensare: «Perché andare? A 55 anni che senso ha alzarsi alle 7 e stare tre ore in piedi a distribuire volantini?». Comunque sono andata, con il pensiero all’orologio e la voglia che passasse presto in modo da dire che, anche quest’anno, avevo fatto il mio “dovere”.

Subito però la responsabile del negozio mi rivolge una domanda cruciale: «Ma voi, fate parte della Chiesa?». Io, un po’ spiazzata, rispondo che tutto è nato dall’intuizione di un sacerdote, don Giussani, ma che nel tempo tante realtà hanno aderito, fino a diventare quasi un appuntamento atteso da tutti.

Lei sembra perplessa, ma qualcosa si muove, perché dopo poco tempo mi porta un cesto pieno di cose da donare… rimango allibita per quel gesto realmente “gratuito” e subito tutto cambia. Inizio a parlare con un’altra signora che lavora al negozio e lei mi racconta dei suoi tre figli e un po’ della sua vita. Io l’ascolto e da subito nasce un dialogo che ci fa sentire come se ci conoscessimo da tempo. Lei non è più soltanto un’impiegata del negozio come io non sono più soltanto una che distribuisce volantini.

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Di clienti ancora non ne arrivano, così faccio intanto una piccolissima spesa, e la metto nello scatolone. Ma ecco che l’impiegata con cui avevo parlato si presenta con un cestino stracolmo di alimenti. Rimango attonita e la ringrazio per la generosità; lei mi risponde che, se si può fare del bene, 10 euro di spesa non ti cambiano la vita, e da quel momento le sboccia in viso un sorriso speciale che sfodera con tutti i clienti. Mi vengono in mente allora le parole della Scuola di comunità che parlano dell’avvenimento come di una sovrabbondanza che supera la causa stessa che l’ha generato. Come il sorriso di Rosi e Luna e il loro gesto che mi hanno fatto ripartire…

Carla, Bologna