«Un passo nel cammino»

Una malattia al cuore rende Roberto un soggetto particolarmente a rischio nell'epidemia che imperversa anche in Spagna. Come si può vivere l'appartenenza di cui parla la Scuola di comunità in un isolamento tanto rigido?

Questi giorni di reclusione confermano, a maggior ragione, che le circostanze attraverso le quali Dio ci fa passare sono un fattore essenziale della nostra vocazione, della missione a cui ci chiama. Sono parole di don Giussani che mi hanno accompagnato soprattutto negli ultimi otto anni e che stanno diventando sempre più attuali nei miei giorni di “isolamento” in casa mia. Negli ultimi sette anni ho subito due interventi al cuore per sostituire la valvola aortica. Da allora, il Signore mi ha permesso di vivere la malattia come una chiamata a diventare più Suo, come la forma con la quale riveste la mia vita e l’accompagna.

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Il lavoro delle ultime Scuole di comunità si è dimostrato molto opportuno in questi giorni di dolore e di sofferenza per la pandemia. Lavorando sul punto dell’appartenenza, don Giussani sottolinea che essa traduce in esperienza concreta l’incontro con Gesù. La lettura mi ha fatto capire che è stato necessario fare un cammino perché la pace e la certezza potessero sbocciare in momenti critici come questo. È stato così nelle due operazioni al cuore e in questa situazione di confinamento, come è stato durante tutta la mia vita. Solo un cammino mi ha permesso di essere grato in mezzo alle tribolazioni, certo che la vita è fatta per essere donata, condividendo le esperienze che vivo.

Roberto, Madrid