Foto Unsplash/Element5 Digital

Elezioni USA. «Se manca quella "X" fuori dal cerchio...»

Un clima esasperato, quello della vigilia delle Presidenziali, «dove tutto è ridotto a politica e ideologia». Eppure, racconta, Alessandro, dei piccoli miracoli sono possibili. «Come quel dialogo, nato a casa nostra...»

Come tutti sapete martedì 3 novembre ci saranno le elezioni e il clima generale in cui ci si arriva è molto pesante e molto diviso. Purtroppo, si assisterà allo scontro tra due correnti fortemente ideologiche, e nessuna delle due personalmente corrispondenti. Inoltre, abbiamo visto negli ultimi mesi, per non dire anni, una progressiva escalation dei toni da parte dei politici che ha trovato poi corrispondenza nell’accendersi dei dibattiti tra le persone. Al momento tutto “è politico” e diviso tra repubblicani e democratici. Persino l’utilizzo o meno della mascherina per il Covid è diventato segno di appartenenza ad una o all’altra parte.

A casa nostra - sono dei Memores Domini - invece è accaduto qualcosa di diverso: abbiamo visto nascere un dialogo che ha coinvolto e provocato tutti. È partito tutto dalla nomina di un conoscente ad una carica molto importante, portando la vicenda politica “molto vicina” a tutti noi. Il dialogo tra noi si è fatto molto serrato - anche se su sette solo in tre hanno diritto al voto perché cittadini americani - e tutti ci siamo lasciati provocare e interrogare. È stato un dialogo vero, dove ci si ascoltava per capire davvero l’esperienza e le intuizioni dell’altro, e non per iniziare a preparare una risposta da opporre. Ed era un dialogo dove nessuno interrompeva nessuno.

Ci siamo fatti accompagnare dall’enciclica di Papa Francesco sulla fratellanza che alcuni di noi stavano leggendo, cosa che ha portato ancora più impegno nel capire i criteri per valutare quale fosse il “male minore”.

Penso che il primo miracolo sia stato la possibilità di avere un dialogo così, visto che nella maggior parte dei casi c’è sempre qualcuno che si alza e va via non interessato alla vicenda: c’era una tensione vera ad ascoltarci e a camminare insieme.

Una sera a cena abbiamo invitato un amico del New Jersey per aiutarci a capire il contesto culturale in cui queste elezioni si stanno per svolgere, alla luce delle implicazioni economiche, della giustizia sociale e della pandemia. A un certo punto, rispondendo ad una domanda sul perché ci fosse un clima così esasperato - la grande azienda per cui io lavoro ha già avvisato che i giorni post-elettorali saranno caratterizzati da grande stress emotivo - il nostro amico ha citato l’esempio che don Giussani fa nel capitolo 8 de Il senso religioso: quello del cerchio e della "X" fuori dal cerchio. Il cerchio è la realtà, l'ambiente, il mondo, in cui il mio "io" è un puntino. La "X" è il Mistero, con cui quel puntino, però, è in rapporto. Ed è questo che lo rende libero. Se si cancella la "X", tutto ciò che rimane è il cerchio. Tradotto nel nostro caso, la politica e il potere sono tutto, ed è proprio ciò che questo clima che abbiamo intorno sta generando. La cosa mi ha fatto immediatamente respirare, sia rispetto ai criteri per il voto, sia a tutta la realtà: lavoro, rapporti, la casa. Insomma, se io cancello quella "X" fuori dal cerchio o mi ci distacco, il cerchio inizia a stringersi e a diventare opprimente. A maggior ragione in una situazione di incertezza come quella che stiamo vivendo.

LEGGI ANCHE Tende Avsi. Le grandi imprese di Asna e Jean Claude

Che grazia, invece, rendersi conto di nuovo di questo. E ancora di più, riscoprire che quella "X" è diventata carne e mi si fa compagna, anzitutto nella compagnia cristiana e, in modo ancora più stringente, attraverso quelli che vivono con me. Capisco meglio, adesso, due aspetti che Carrón ha evidenziato alla Giornata di Inizio anno rispetto alla necessità di vedere e riconoscere questa diversità quando si presenta davanti a noi.

Alessandro, New York (Stati Uniti)