Riaffermare a chi vogliamo appartenere
Il lavoro di raccolta delle adesioni alla Scuola di comunità (il termine è prorogato al 23 dicembre). E la gratitudine di scoprire che, in un gesto semplice, può riemergere ciò che abbiamo di più caro. Il racconto di un'amica di AscoliIl lavoro di segreteria per le adesioni alla Scuola di comunità quest’anno è diventato più mio a partire dall’incontro che abbiamo fatto prima della apertura delle adesioni. Mi ha provocato molto quando ci siamo detti di sostenere i nostri amici in questo gesto. Insomma, aiutarci a riaffermare a Chi vogliamo appartenere.
Questo mi ha portato ad avere un’attenzione particolare per ognuno fin dal primo giorno, e a tenere d’occhio le adesioni. Una cosa piccola, che all’apparenza non sembrava c’entrare molto con me. Invece mi sono accorta di cose straordinarie. Per esempio del desiderio che abbiamo di riaffermare la nostra appartenenza a Gesù, stando attaccati alla storia che abbiamo incontrato. Ho sentito molti che erano contenti nel dare la loro adesione. Inoltre chiamare uno a uno, mi ha fatto accorgere che il mondo è molto più grande delle 20 persone che mi girano intorno, e che ogni storia che ho sentito mi arricchisce. E quindi sono contentissima di stare al telefono! Quello che succede mi stupisce ogni giorno, e mi sostiene, perché mi sento continuamente inadeguata nella mia vita, eppure vedo come Lui mi abbraccia e mi usa, come mi viene a cercare tramite chi mi contatta per , chi mi racconta della sua vita, e mi accorgo che è Lui che viene a cercarmi. E questa è un’altra cosa nuova per me.
È successo che seguire le adesioni è diventata un’occasione per gustarmi la vita, per ricordarmi che grazia abbiamo avuto ad incontrare Gesù in una storia tanto scalcagnata quanto bella, e che tutto quello che sto vivendo è una grazia che viene fuori dal mio tanto desiderato, amato, quanto combattuto, rapporto con la mia autorità, con il Padre, nel modo in cui Lui si concretizza insomma. Perché scopro come piano piano, nonostante le mie resistenze, cambia tutto di me, cambia il modo di vedere le cose, mi trovo addosso, all’improvviso, un modo di fare, di pensare e di guardare che non è mio.
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E mi sono accorta di nuovo del dono che ho ricevuto con l’opportunità del lavoro della segreteria. Che bello farne parte! Abbiamo proprio una posizione privilegiata, a contatto con il desiderio di tutti! Essere segretaria, ancora una volta, mi ha fatto vedere cose che normalmente non vedrei. Come, ad esempio, il modo in cui l’ultima arrivata aspetta il momento degli avvisi e li accoglie con un entusiasmo inspiegabile, perché spesso non sa neanche di che stiamo parlando. Tracce, ad esempio: don Carrón dà l’avviso dell’abbonamento alla rivista e lei mi fa: «Ma cos’è Tracce? Io lo voglio! Come devo fare per abbonarmi?». Che bello sarebbe vivere tutto ciò che accade così, con questa stima a priori. Ringrazio Dio che me lo fa vedere in lei, così posso impararlo.
Barbara, Ascoli