Caritativa. Un gesto libero diventa mentalità

L'impegno in un centro di aiuto allo studio di Bologna. La fatica di attraversare l'aridità. E la scoperta, nel tempo, di una disponibilità che «non avrei avuto»

Leggendo Il senso della caritativa mi colpisce la questione del tempo libero: la caritativa non deve ledere lo studio e quindi va fatta nel tempo libero. Racconto un fatto per far capire come per me è importante. Da matricola avevo letto negli avvisi per la caritativa che a Scholè, l’aiuto allo studio a Bologna, c’era bisogno di insegnanti, in particolare di Economia aziendale. Io ero uscito con un buon voto da ragioneria, per questo mi sono iscritto a Economia e Commercio, e quindi mi sentivo chiamato. Questo è il terzo anno che la faccio. All’inizio pensavo di dover spiegare i massimi sistemi e invece tutto il primo anno mi sono trovato a spiegare ragioneria a degli extra-comunitari che non sapevano l’italiano, tanto che per fargli capire la differenza fra debito e credito ho dovuto fare un teatrino con una banconota.

Non capivo troppo il senso, ma continuavo e sempre di più ne vedevo e vedo tutt’ora un’utilità per me, per un semplice fatto: io sono più disponibile. Da una settimana a questa parte nella mia comunità di Economia e Giurisprudenza, c’è qualche caso Covid, quindi isolamento immediato per il soggetto positivo e isolamento per l’intero appartamento. Un weekend avevo la domenica pomeriggio libera, e mi sono ritrovato disponibile nei confronti dei miei amici bisognosi. Mi sono messo al loro servizio chiedendo di cosa avessero bisogno: ho fatto la spesa e portato dei pancake che mia mamma ha voluto fare per i vari quarantenati. Era un totale atto di libertà, che senza dubbio qualche anno fa non so se avrei fatto, perché magari era tempo da dedicare allo studio.

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Nel Senso della caritativa don Giussani scrive «che è il piccolo tempo libero che mi educa e che è solo cominciando a fare, donare del tempo libero come integrale gesto di libertà che la carità cristiana diventerà mentalità, convinzione, dimensione permanente». Sempre di più per me cresce il bisogno di continuare a seguire questa compagnia, in tutto.
Matteo, Bologna