Haiti (Foto Unsplash/Zach Vessels)

Haiti. Se l'ultima parola è misericordia

La scuola di canto, l'opportunità di esibirsi durante alcuni eventi estivi, mentre dall'altra parte del mondo arrivano notizie di dolore e bisogno. Ecco cosa ha scoperto Laura

Mi è sempre piaciuto cantare e, anche se non sono più “giovanissima”, qualche anno fa ho deciso di andare a scuola di canto. A luglio, mi è stata offerta l’opportunità di esibirmi in pubblico in alcune serate prima delle proiezioni del cinema all’aperto che tutti gli anni in estate la mia città organizza. Ho colto l’occasione, e con me altri allievi, per poter fare questa esperienza particolarmente bella. La cosa è finita lì, con la soddisfazione di tutti, specialmente di noi allievi.

Lunedì sera, dopo aver letto i giornali ed aver ascoltato le notizie che provenivano da Haiti ed Afghanistan, mentre stavamo recitando un rosario “online”, mi è arrivato un messaggio su WhatsApp in cui la mia insegnante di canto comunicava che ci era stato riconosciuto un compenso per la nostra esibizione. Così, particolarmente stupita di questo fatto, ho pensato immediatamente che fosse l’occasione per devolvere la somma ad Avsi per l’emergenza di Haiti.

Ho chiesto alla mia insegnante la possibilità di disporre il bonifico direttamente ad Avsi, associazione che lei non conosceva, e lei, molto contenta, ha subito provveduto aggiungendo un suo contributo.

LEGGI ANCHE Vacanze. La finestra dello stupore

Questo fatto, che sicuramente rappresenta una goccia nell’oceano del bisogno del mondo, per me, e non solo, è stato la possibilità di vedere che la misericordia arriva anche dentro questi particolari, innanzitutto facendomi vedere che la tristezza e la morte veramente non hanno l’ultima parola dentro questo mondo.
Laura