La fotografia che ritrae don Giussani a Saronno nel 1948

Quella fotografia conservata per anni

A Saronno il Centenario di don Giussani celebrato con varie iniziative. E con una targa commemorativa che ha una storia sorprendente

Per celebrare il Centenario di don Giussani a Saronno abbiamo organizzato tre incontri coinvolgendo tante persone della nostra città, anche solo curiose di conoscerlo di più. Intanto abbiamo messo a tema il suo “pensiero teologico” in un dialogo con don Alberto Cozzi, docente alla Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale; quindi, nel secondo incontro si è parlato della sua sensibilità per la musica con il maestro Giovanni Fornasieri; infine, protagonista è stata la sua vita “dal vivo”, con la proposta dell’ascolto di una selezione di suoi interventi tratti dalla mostra virtuale.

Ma c’è stato anche un altro evento straordinario oltre a questi: la decisione di porre una targa commemorativa dedicata al Fondatore di CL nei pressi di una chiesa alla periferia di Saronno, in un quartiere chiamato Villaggio Matteotti: nel 2005 si è scoperto che proprio lì, nel 1948, don Giussani veniva inviato dal seminario di Venegono per celebrare la messa e animare l’oratorio domenicale.

La targa commemorativa al Villaggio Matteotti

Non c’era ancora la chiesa attuale allora, ma solo una “baracca” di legno nel punto esatto in cui ora sorge l’edificio che ospita la cooperativa sociale “Il Granello” - dedicata a don Luigi Monza, altro grande sacerdote della Chiesa ambrosiana - e su cui, appunto, è stata collocata la targa.
Tutto nasce da una vecchia fotografia che ritrae don Giussani con un giovane parrocchiano proprio vicino a quella baracca. Il giovane conservò gelosamente la fotografia nel suo portafoglio per tutta la vita. Alla sua morte, la moglie conservò quella foto a ricordo di quello che allora era il suo giovane fidanzato. Quando don Giussani morì nel 2005, la signora, che non lo aveva mai conosciuto o visto, riconobbe quel giovane prete in tante immagini che venivano pubblicate sui giornali. E contattò alcuni di noi della comunità di CL di Saronno.

Con non poche difficoltà abbiamo ricostruito quell’anno della vita di don Giussani, riuscendo anche a raccogliere i ricordi di due persone del Villaggio che lo avevano frequentato. L’occasione del Centenario, poi, ha fatto nascere l’idea di una targa commemorativa.

Domenica 11 dicembre, il Prevosto di Saronno, don Claudio Galimberti, ha ricordato don Giussani nella celebrazione della messa - richiamando diversi passaggio di Papa Francesco all’udienza del 15 ottobre - e poi nel momento rievocativo con i parrocchiani, tra cui anche la moglie del giovane della foto. È poi seguita una breve testimonianza di Peppino Zola, che ci ha parlato della sua amicizia con don Giussani nata nelle aule del liceo Berchet di Milano. Zola ha sottolineato che la foto da cui è nata questa iniziativa dimostra che don Giussani era un grande appassionato di Cristo e della Sua Chiesa, andando dove la Chiesa lo mandava, anche nelle periferie di una cittadina come Saronno.

Ci ha fatto notare anche che la foto mostra don Giussani con la talare, la stessa che lui aveva notato “svolazzante” quando, nell’ottobre del 1955 era entrato quasi di corsa nell’aula della Iª E, tanta era la sua passione di annunciare a loro, che oramai stavano abbandonando la fede, la verità su Gesù, e tanto era il desiderio di non perdere tempo rispetto a questo compito, a cui ha dedicato tutta la vita. «Era talmente evidente che il “Giuss” credeva in quello che diceva che era impossibile non ascoltarlo e ciò ha generato “l’incontro” della mia vita. Questo ricordo, la cui memoria non è frutto di nostalgia, costituisce ciò che mi fa riprendere - ancora oggi, dopo più di 60 anni - il mio cammino ogni mattina e ogni giorno».

È stato, insomma, un momento di festa e di testimonianza molto significativo, un dono fatto alla nostra comunità e a tutto il movimento. Davvero le strade attraverso cui Cristo continua a raggiungerci sono infinite, e passano anche da una fotografia conservata per anni in un vecchio portafoglio.
Dario e Diego, Saronno (Varese)