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Se vince altro

Luca è considerato il "matto del paese". Invitato a una cena fra amici, vive quelle ore senza ansia e paure. «Perché il cuore funziona. E c'è un luogo in cui noi per primi siamo preferiti»

Luca (nome di fantasia) ha problemi psichiatrici, vive da solo, in condizioni igienico-ambientali precarie. Dalle nostre parti è conosciuto come “il matto del paese”. Da anni c’è chi se lo prende a cuore, per esempio portandolo fuori a pranzo una volta a settimana e nelle feste comandate. I suoi problemi restano comunque gravi.

Luca ha una grande passione per la musica e sa suonare diversi strumenti. Una sera lo incontro al bar della piazza, arrivavo da una festa con amici e avevo con me la chitarra. Mi chiede se può suonarla e ci mettiamo a cantare, coinvolgendo i pochi avventori ancora presenti. Da quella sera mi scrive spesso chiedendomi di ripetere un “momento così bello”.

Qualche tempo dopo, lo invito alla cena Avsi organizzata in oratorio. All’inizio è restio («In certi ambienti di Chiesa non sono a mio agio»), poi accetta dicendomi che sarebbe rimasto «solo dieci minuti». Arriva appena prima che si inizi a cantare e quando attacchiamo Luca resta lì in mezzo a noi, coinvolgendosi con entusiasmo. Ha la faccia contenta e rimane fino alla fine.

All’uscita, ripete spesso questa frase: «Grazie, è stata una serata bellissima! Per due ore la mia ansia e le mie paure non c’erano più». È così “preso” da quello che gli è successo, dall’abbraccio che ha avvertito, che a uno dei nostri amici chiede: «Posso chiamarti anche quando sto male?». Da quella sera, Luca ci contatta quotidianamente, più volte al giorno.

Due cose mi colpiscono. Si possono avere un mucchio di problemi, ma quando si sa di aver bisogno e si incontra un luogo che ti vuole bene per come sei, l’ansia e le paure non hanno più la meglio. Magari solo per due ore. Ma in quelle due ore vince altro: l’attrattiva per un luogo che sembra rispondere - di più e meglio di altro - a ciò che il cuore attende. Perfino più delle medicine (pur indispensabili). E siccome in ognuno il cuore funziona bene, Luca da quella sera non ci molla più.

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Che cosa abbiamo “fatto” noi (e continuiamo a fare oggi)? Niente, se non offrire il poco che siamo, invitando Luca - i cui problemi non si sono magicamente risolti - a un’amicizia dove noi per primi siamo preferiti. Una “mossa” che non è capacità nostra, ma è gratitudine per un Amore che ci abbraccia ed è disposto ad abbracciare chiunque.
Cristiano