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«Una storia d'amore impensabile»

Due pullman arrivati da Cremona, Brescia, Mantova, Crema, Piacenza. Un gruppo di ragazzi di GS ha trascorso la Giornata d'inizio anno insieme

Sabato 7 ottobre, 3 del pomeriggio. Cosa sta succedendo alla Stocchetta, piccola parrocchia alle porte di Brescia? Due pullman “scaricano” un centinaio di ragazzi delle superiori. C’è anche chi arriva in auto accompagnato da alcuni adulti perché il pullman lo ha perso. «Tranquilli, non vi mordono?», scherza don Luca durante la messa ai parrocchiani più attempati che non sono più abituati a vedere tanti giovani. «Sono studenti delle superiori che vivono l’esperienza di Gioventù Studentesca e si ritrovano oggi da diverse città per iniziare insieme il cammino di quest’anno… Anzi, se dopo volete venire anche voi, si canta e si balla insieme».

Qualcuno viene davvero e si gode lo spettacolo di questi ragazzi che stanno insieme. Si sfidano sui campi da gioco in modo veemente. E non potrebbe essere altrimenti visto le ruggini storiche tra le loro città: Cremona, Piacenza, Mantova, Crema e naturalmente Brescia. Eppure sono così amici che in pochi istanti passano dai cori da stadio a cantare insieme: Se tu sapessi quanto ti ho aspettato. Le parole del canto sono il titolo della Giornata d’inizio. Ma inizio di cosa? «Di una storia d’amore impensabile», spiega il professore che introduce il gesto. «Chi ha iniziato tutto, il cielo, il mondo, ogni cosa, l’ha fatto per te, per raggiungere te, per amare te. Rendersi conto di questo è l’inizio di tutto».

Poi la testimonianza di Giovanni, giovane lavoratore, che racconta: «Il primo giorno di università incontro Michele, iniziamo a chiacchierare, e guardandolo in faccia penso: “Con questo qui potrò continuare a sballarmi come facevo a Ferrara”. Invece no. Fin da subito vedo che è un ragazzo contento: felice nello studio, a casa, con gli amici. Mi invita tutti i giorni a casa sua a studiare - io abitavo da solo - e così comincio a chiedermi come mai lui si gode la vita. Divento curioso. Michele non fa niente di eccezionale, ma mi guarda come se fossi suo amico da sempre, mi guarda non come “il ragazzo problematico”. Le mie giornate diventano piene, sono felice. Solo che tutti i mercoledì, alle 18, Michele sparisce. “Ho un impegno”, mi dice. Dopo qualche tempo gli chiedo dove va e lui mi parla della Scuola di comunità. E così decido di andare a vedere. Lì incontro dei ragazzi che condividono ogni istante della quotidianità, che parlano di Cristo, tutto viene vissuto senza menzogna e con grande libertà. Il monolocale inizia a diventarmi stretto. Desidero anch’io le “cene di appa”, i confronti, lo studio insieme, l’amicizia cristiana che hanno. E poco dopo mi trasferisco ad abitare con alcuni di loro. Finalmente ho degli amici veri, una morosa e la certezza di essere nel posto giusto, una casa per me in cui la vita comincia ad accendersi».

«Ma se qualcosa si accende in te non è per una tua decisione. Qualcosa d’altro ti ha acceso», sottolinea don Luca durante l’omelia. «E inevitabilmente accedi anche chi hai intorno. Questa è la missione: un fuoco che portiamo addosso e che accende chi incontriamo». E a proposito di fuoco… Decisamente on fire la Brusk Brothers Band, che alcuni ragazzi di Cremona hanno messo su per l’occasione e che fa ballare e cantare anche i più timidi o impacciati. È evidente che tra noi c’è qualcosa che, come abbiamo detto questa estate, fa accadere l’impossibile di tenere insieme tutti e tutto. Anche il dolore per la morte improvvisa del papà di Valerio, un adulto che avrebbe dovuto essere con noi.

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«Sai, oggi è stato proprio bello! Perché è stato semplice», dice un ragazzo. Mi viene in mente don Giussani e chiedo per me e i ragazzi che sia sempre come lui ci ha insegnato: «Il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e desiderio. Non c’è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal presentimento del vero».
Giovanni, Cremona