(Foto Unsplash/Jo Szczepanska)

«Mai sottovalutare l'attesa»

Un laboratorio di arte, l'irriverenza di uno studente e le scuse leali di una sua compagna. Ecco qual è il «punto più prezioso da cui possiamo ripartire» ogni giorno a scuola

Insegno arte e tecnologia in una scuola media. In una classe difficile, propongo un laboratorio di arte sapendo già dall’inizio che la lezione non sarà ben strutturata, caratteristica delle lezioni in laboratorio, ma decido di rischiare. Si comincia, cerco di tenere gli occhi aperti, vigilo sulla disciplina… Ma qualcosa sfugge e succede un fatto piuttosto grave, che va sanzionato: un ragazzo compie un gesto stupido, che poteva avere conseguenze pesanti e in più mi risponde in modo irriverente. Predica e nota disciplinare. Come da manuale. Penso: lo sapevo... Che stupida sono a ricrederci tutte le volte.

Nel week end, mi riposo e riesco a prendere le distanze ricordandomi che quel ragazzo è molto di più di ciò che ha fatto. Martedì entro in classe, intercetto il suo sguardo e gli sorrido, sincera. «Ciao! Come andiamo?», gli chiedo. Mi guarda stupito e allenta qualcuna delle mille difese che aveva già messo in campo. Accuso il dato e ringrazio Dio. Ma il meglio deve venire. Dico ai ragazzi: «Dobbiamo concludere il lavoro. Cosa facciamo? Saliamo in aula di arte? Posso fidarmi di voi? Proviamo. Da come vi comporterete, deciderò in che modo impostare la lezione di domani».

Oggi c’è anche l’insegnante di sostegno. Quattro occhi invece di due, a volte, fanno la vera differenza. Andiamo e i ragazzi rispondono bene, ci stanno. Porto a casa l’ora, soddisfatta. Alla ricreazione si avvicina una ragazza: «Posso parlarle?». «Dimmi». «Oggi durante la lezione in aula di arte io mi sono comportata male, mi sono distratta, anche se lei non si è accorta, e non ho lavorato con attenzione. Volevo chiederle scusa». Mentre parla, le viene da piangere. Resto impietrita. «Grazie! Le tue scuse leali e sincere sono il punto più prezioso da cui possiamo ripartire. Insieme».

LEGGI ANCHE - Venti minuti di commozione

Cosa l’ha indotta a parlarmi? Cosa ha visto? Oggi Questa ragazza mi ha ricordato che nei nostri studenti c’è un’attesa sorprendente. Attendono solo di essere presi sul serio, con la voglia da parte nostra di rischiare ogni giorno, perché sappiamo che ne vale sempre la pena. Attendono e sono leali. A volte, come oggi, hanno il coraggio di dirlo, altre volte no. Ma non bisogna mai sottovalutare la loro attesa che molto spesso è cento volte più grande della nostra. E poi, c’è un modo di rischiare condiviso, che chiede aiuto, perché siamo dentro un villaggio, come direbbe il Papa e questa è la nostra forza. E allora mi organizzo e vado in laboratorio con un’insegnante che mi aiuti e condivida con me il compito che mi sento sulle spalle.
Elda, Buccinasco (Milano)