Rafael Gerez

EncuentroMadrid. «Una finestra di speranza»

La kermesse iberica non cede al Covid e si rilancia con un'edizione online sul tema "In chi possiamo confidare?" che apre i battenti giovedì 19 novembre. Ne parla il suo presidente, Rafael Gerez
Elena Santa María

Un'edizione speciale, rimodellata dalla pandemia, online dal 19 al 22 novembre. EncuentroMadrid, un'ormai "classica" iberica, non rinuncia ad «aprire una finestra di speranza» nella difficile situazione che il mondo sta vivendo. Incontri, dialoghi e mostre metteranno a tema il titolo scelto per il 2020: "In che cosa possiamo confidare?". Ne parla, in un'intervista, Rafael Gerez, presidente dell'evento madrileno.

Perché avete deciso di andare avanti con EncuentroMadrid in un anno come questo?
Avevamo già preso la decisione, come ogni anno, di organizzare EncuentroMadrid prima che fosse dichiarato lo stato di allarme e iniziasse il blocco. E dopo alcune prime settimane di esitazione, abbiamo pensato che tenere anche quest’anno EM era la possibilità di aprire una piccola finestra di speranza in questi tempi drammatici che stiamo vivendo. Certamente la modalità online significa che molti aspetti di EM si possono perdere per strada (la vicinanza; il carattere popolare; la concezione di EM come un incontro “in carne e ossa”; la cordialità che nasce dal lavoro dei volontari…), ma è anche un’opportunità per raggiungere molte più persone.



Perché avete scelto come tema la domanda “In chi possiamo confidare?”?
Il tema era stato scelto già alla fine del 2019. Ma quando abbiamo deciso di organizzare di nuovo EM, abbiamo ritenuto che fosse molto pertinente per le circostanze che stiamo attraversando. La fiducia è un’esperienza fondamentale nella nostra esistenza quotidiana: non possiamo vivere senza fidarci degli altri, a partire da attività basilari e banali come guidare (lo faccio perché mi fido che tutti guidino correttamente) o comprare il pane (sono totalmente certo che il panettiere ha usato farina e non cianuro per farlo). Nonostante ciò, la nostra cultura ha sviluppato un sospetto sulla fiducia in nome dell’autonomia e della libertà. E il clima sociopolitico di questi tempi non ha fatto altro che approfondire questa crisi di fiducia, poiché la frattura tra la società e la classe politica, o l’impressione che non sia possibile costruire insieme agli altri, ha portato a un clima di sfiducia generalizzata. Eppure abbiamo ancora bisogno degli altri per vivere. È proprio da questo punto, che nessuno può negare, che vogliamo partire per approfondire alcune domande: perché è ragionevole avere fiducia? Cosa permette di recuperare la fiducia? Cosa significa avere fiducia negli altri? A cosa ci apre la fiducia?

Cosa troveremo nel programma di quest’anno?
Allora, in questo anno in cui abbiamo dovuto semplificare molto il programma, abbiamo voluto affrontare da un lato cosa sia la fiducia in sé, e per questo ci saranno gesti come la presentazione del tema o le testimonianze con cui si chiude questa edizione di EM20. E, d’altra parte, ci accosteremo alla fiducia da diverse prospettive. La politica e il lavoro, intanto, nell’incontro che vedrà la presenza del Sindaco di Madrid, del Ministro dell’Economia della Comunità di Madrid, della direttrice delle risorse umane di Vodafone o del direttore generale del Cesal. Si parlerà anche di educazione e di cultura, per esempio in un dialogo con la scrittrice Irene Vallejo. Ancora, ci sarà a tema la sanità, a partire dalle testimonianze di persone che hanno dovuto affrontare personalmente la pandemia. Quindi l’economia, le scienze… E tutto questo senza dimenticare le mostre, tra cui una dedicata all’accoglienza familiare, e i due spettacoli, con il concerto internazionale di sabato sera presentato da Javi Nieves o lo spettacolo teatrale su testi di Etty Hillesum.

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Lei ha sempre detto che i volontari sono il cuore di EncuentroMadrid, ma quest’anno non ci sono volontari…
I volontari non cessano mai di esistere, perché tutto EM, grande o piccolo che sia, nasce dalla gratuità e dalla riconoscenza del gruppo di persone che lo prepara durante tutto l’anno. È vero che questa volta molti non avranno i compiti che svolgevano nelle normali edizioni di EM, come il montaggio o la ristorazione. Ma tutto il lavoro di questa edizione è passato ugualmente dall’impegno di un considerevole gruppo di volontari. E inoltre tutti gli altri volontari, oltre 600 nel 2019, sono stati invitati a continuare a collaborare a questa edizione speciale di EM diffondendola e sostenendola economicamente.