Terni. Il sindaco Leonardo Latini, il vescovo Francesco Antonio Soddu e Cesare Pozzoli

Anche a Terni si fa festa per don Gius

La dedicazione di un parco al fondatore di CL nel cuore della cittadina umbra, dove il sacerdote ha toccato le vite di tanti, senza esserci mai stato fisicamente. Le parole del sindaco, del vescovo e il racconto di quello che è accaduto
Roberto Montagnoli - Alessandro Sgrigna

«Un atto dovuto da parte dell’Amministrazione, la città riconosce la grandezza di questo protagonista del secolo scorso». Così ha esordito il sindaco di Terni, Leonardo Latini, nel corso dell’inaugurazione del parco intitolato a don Giussani, la mattina del 5 novembre. In effetti, l’iniziativa ha avuto origine da un atto approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale che ha impegnato la Giunta a deliberare l’intitolazione di uno spazio pubblico al fondatore di CL, in occasione del centenario della nascita. La scelta di uno dei due parchi più frequentati della città è stata suggerita dal fatto che su di esso si affacciano alcuni istituti scolastici, un commerciale-alberghiero e un liceo artistico, per sottolineare il suo ruolo di “educatore”, come ricordano i cartelli posti ai due ingressi.

Erano presenti molti studenti accompagnati da alcuni professori e dai dirigenti scolastici, e proprio a loro è sembrato rivolgersi Cesare Pozzoli, vicepresidente della Fraternità di CL, nel ricordare che, per don Giussani, l’educazione era «la ricerca del senso della vita, del senso della realtà, delle cose, la scoperta che la vita ha un significato e un destino buono e merita di essere vissuta». Altro che moralismo. E i ragazzi hanno ascoltato quelle parole, più o meno attenti, liberamente, perché «come lui stesso diceva, la libertà è l’unica cosa di fronte alla quale anche Dio si ferma».



Dall’educazione dei giovani è nato un popolo: «Se non fosse anacronistico direi che don Giussani è un padre della Chiesa, perché ha saputo generare un popolo e ha saputo generarlo alla fede», ha affermato il Vescovo di Terni-Narni-Amelia, monsignor Francesco Antonio Soddu. E un pezzo di questo popolo è stato generato anche a Terni, come ha raccontato don Giorgio Brodoloni, all’epoca incaricato diocesano per le scuole. «Tutto è iniziato, come iniziano le cose importanti, con un incontro, però l’originalità è che non è stato un incontro organizzato». E così ha raccontato di come un giorno, visto il suo incarico, si fosse recato ad un convegno sulla scuola, nelle Marche, accompagnato da un amico insegnante e di come qualcuno, sulle scale che davano accesso al salone, li avesse informati che lì non si teneva alcun convegno sulla scuola, bensì degli Esercizi spirituali: «Era la Pasqua del 1975. Quando sono sceso - ancora lo ricordo questo spettacolo, così lo chiamo - tanti giovani, quasi tutti seduti per terra, e un prete, don Giacomo Tantardini, che parlava di Gesù e diceva che Cristo è tutto nella vita dell’uomo. Era innamorato di Gesù e questo mi ha colpito subito. Quel giorno, nelle giuste proporzioni, è stato come il giorno in cui Giussani ha salito le scale del liceo Berchet. Lui a Terni non è venuto mai fisicamente, però ha cominciato ad essere presente quel giorno. E da quel giorno non sono stato più lasciato in pace».

La targa all'ingresso del parco di Terni e, a destra, la calcografia di Massimo Zavoli

Nel corso dell’evento, Massimo Zavoli, insegnante ed incisore, da sempre legato al movimento, ha presentato la sua ultima fatica: una calcografia che ritrae don Giussani, tratta da una notissima foto. Una tiratura limitata di appena quindici copie, a ricordo della sua data di nascita, il 15 ottobre. Mostrando la lastra originale in rame, ha detto: «C’è un particolare… Non ci volevo credere, ho ricontato più di una volta: cento anni di don Giussani e questa è la centesima mia lastra».

All’inaugurazione erano presenti anche due rappresentanti della Ternana Calcio, invitata per l’occasione, che ad un certo punto si sono avvicinati a uno della comunità di CL: «Non ci aspettavamo questo invito, ve ne siamo davvero grati». «Ma qui siamo a casa vostra», la risposta, con riferimento agli impianti gestiti dalla società, proprio adiacenti al parco: «Siamo noi a ringraziarvi. Oggi parliamo di un grande educatore. E anche lo sport educa i giovani».

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L’evento si è concluso con un rinfresco preparato dagli studenti nel ristorante didattico dell’istituto alberghiero: un’ora e mezza all’insegna dell’informalità, con la scaletta inevitabilmente saltata. Sembrava un raduno di vecchi compagni di scuola, da varie parti dell’Umbria, che ricordano un amico e lo presentano a tutti proiettando video ed intonando canti a loro cari. Più che un ricordo, però, è stata una memoria, perché quell’amico ha segnato e segna ancora la loro vita. E, se Dio lo vorrà, quella di coloro che non lo hanno mai conosciuto fino a quel momento.