Don Giulio Maspero al Meeting 2022

“Esistenza e domanda su Dio: un metodo”

Venerdì 25, alla Pontificia Università della Santa Croce di Roma, un pomeriggio di studio su don Giussani e "Il senso religioso". Protagonisti, un gruppo di teologi ed esperti di Storia della Chiesa
Paolo Perego

«Credo fosse una quindicina di anni fa, durante un corso che tenevo all’università. Una studentessa, che sarebbe diventata poi suora tra le missionarie di san Carlo Borromeo, mi ha fermato: “Don Giulio, lei ha mai letto Il senso religioso di don Giussani? Credo che le piacerebbe”». È finito così quel libro tra le mani di don Giulio Maspero, 52 anni, ordinario di teologia dogmatica alla Pontificia Università della Santa Croce. «E in fondo sta in quell’incontro l’origine dell’evento che occuperà l’Aula del Portillo del nostro Ateneo, venerdì, nell’anno del Centenario della nascita del fondatore di CL», spiega Maspero, tra i promotori.

Un pomeriggio di studio organizzato dal Gruppo Ricerche di Ontologia Relazionale dell’Università romana, il 25 novembre, dalle 15 alle 18.30, intitolato “Esistenza e domanda su Dio: un metodo”, in cui dialogheranno tra loro teologi ed esperti di storia della Chiesa, partendo proprio da Il senso religioso di don Giussani: René Roux, (Università di Lugano), Gianfranco Dalmasso (Università di Bergamo), Leonardo Lugaresi (Associazione Patres), don Ezio Prato (Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale), don Marco Vanzini (Pontificia Università della Santa Croce); a moderare l’incontro, don Paolo Prosperi e Ilaria Vigorelli (Pontificia Università della Santa Croce). «Un gruppo di amici», ci tiene a precisare don Giulio: «Uniti da una grande passione per la vita, cioè per la vita di Cristo che si tocca nella vita delle persone che incontriamo».

Da quel primo incontro con don Giussani tra le pagine del suo libro, per Maspero è nato un cammino di scoperta e di approfondimento: «Intanto, nel leggerlo da teologo, trovavo sempre più aspetti che mi interessavano molto. Ma soprattutto ho iniziato a capire perché dall’esperienza di don Giussani sia venuta fuori tanta vita, con il movimento e non solo». Negli anni poi, incontrando anche altri teologi legati al movimento, è emersa l’opportunità di dare spazio a don Giussani anche a livello universitario: «Ovvero, di pensare il suo carisma, che è parte del custodirlo. Cioè, riconoscere la novità che porta non solo nella forma di vita che esprime, ma anche nel suo contenuto». Questa non è e non può essere un’operazione estemporanea, aggiunge Maspero: «Lo si è già fatto all’università di Lugano, per esempio. Ma questo perché il contributo di don Giussani è prezioso per tutta la Chiesa. Perché è vero che nasce nella Chiesa, genera Chiesa, ma può fare anche del bene alla Chiesa e ad altri carismi».

L’incontro sarà aperto a tutti in presenza o in diretta streaming su Google Meet