Università. La commozione più grande

“What do you really want?”. Cosa vuoi davvero? Era lo slogan della campagna elettorale di Ateneo Studenti alle elezioni dell'Università Cattolica. Ecco che cosa è successo nelle decine di incontri avvenuti in queste settimane
Paola Bergamini

“What do you really want?”. Cosa vuoi davvero? Uno slogan che, come un filo rosso, ha segnato l’intera campagna elettorale di Ateneo Studenti, la lista in cui sono coinvolti anche gli universitari di CL, per le elezioni dei rappresentanti nei Consigli di facoltà e nel Consiglio di amministrazione di EDUCatt (Ente per il Diritto allo Studio) della Cattolica. Una domanda che per un mese e mezzo è rimbalzata su adesivi, social, striscioni e sui cartelloni che hanno tappezzato il secondo chiostro dell’ateneo milanese… Ma da dove è saltata fuori? «In autunno, la notizia del suicidio della ragazza dello Iulm, aveva generato molto scalpore tra gli studenti», racconta Chiara, quinto anno di Psicologia. «C’era una domanda che premeva sempre di più e che per ognuno di noi e nel dialogo con i compagni di corso era diventata decisiva: cosa vogliamo davvero da questo luogo? Il nostro desiderio era di vivere l’Università da protagonisti. La domanda che ci avrebbe guidati non avrebbe potuto essere altra che questa». Beatrice, prossima alla laurea in Giurisprudenza, poteva fare un passo indietro e non implicarsi più di tanto. «Proprio due anni fa, come candidata, le elezioni mi avevano fatto riscoprire un nuovo modo di vivere. Una bellezza che non posso tenere per me e così mi sono lanciata anche quest’anno. Ho solo da guadagnarci». A partire da quella domanda nei banchetti in largo Gemelli, nei chiostri, a lezione hanno incontrato tutti. Non a caso il sottotitolo dello slogan era: “Find it out with As”, cioè scoprilo con Ateneo Studenti, che si legge anche “scoprilo con noi”.

Tardo pomeriggio, Tommaso, quinto anno di Economia, è in un bar con gli amici candidati per un aperitivo. Alcuni studenti si avvicinano: «Scusate, vorremmo intervistarvi per i nostri profili social. Domande simpatiche, niente di impegnativo…». Tommaso sa che si “professano” influencer e prende la palla al balzo: «Stiamo preparando una festa per autofinanziarci le elezioni: organizziamo tornei di calcio, di pallavolo, grigliata e musica con dei nostri amici. Una cosa simpatica… Ci date una mano?». Il 16 aprile al centro sportivo Arca tra i 500 ragazzi impegnati nei vari tornei ci sono anche le squadre di calcio e di pallavolo degli influencer. Alla sera, uno di loro avvicina Tommaso: «In più di sei mesi a Milano ho fatto tante cose, ma questa è la più bella».

Il 27 aprile, in piena campagna, arriva la notizia del rialzo delle tasse universitarie in Cattolica. A farne le spese sono soprattutto le fasce intermedie. Chiara si sente con i rappresentanti della lista avversaria. Insieme scrivono un comunicato con le loro considerazioni. Ma non basta. Il giorno in cui il Consiglio d’amministrazione si riunisce per deliberare l’aumento, il secondo chiostro è tappezzato da striscioni, appesi sui muri di tutte le liste, con la scritta: «No taxation without representation (no tasse senza rappresentanza). Questa università è davvero per tutti?». Ma era troppo poco. Un veloce passaparola tra i rappresentanti di tutte le liste e in meno di mezz’ora all’ingresso dell’ateneo centinaia di ragazzi aspettano il passaggio dei consiglieri. In silenzio, alzando ognuno un foglio scritto a mano con la frase degli striscioni. «Davanti a un nemico ci si unisce», commenta un’amica di Chiara. «No, ci siamo uniti per amore della nostra università», è la sua risposta. Come era prevedibile l’aumento viene deliberato, però nella forma più pacata. Ma la vera novità per Chiara è stata lavorare con tutte le altre liste, in un momento in cui tra loro doveva esserci solo rivalità.

Ogni giorno è una sorpresa per gli oltre 200 ragazzi della comunità che si sono lanciati in questa avventura. Una mattina, una matricola, conosciuta ai gruppetti di studio per l’esame di Diritto privato, ferma Beatrice: «Per le vacanze pasquali torno a casa mia, ma appena possibile risalgo. Desidero stare con voi, ho finalmente trovato un luogo da cui non voglio più staccarmi». La sera di Pasqua, saluta la famiglia e in treno fa un lungo viaggio per tornare nel capoluogo lombardo e dare una mano per la campagna elettorale.

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“What do you really want?” è rimbalzato anche nelle sedi di Roma, Brescia e Piacenza. Matteo, terzo anno di Economia, nei due mesi di campagna elettorale ha preso più volte il treno, spesso accompagnato da amici, per andare nella capitale e nelle altre sedi della Cattolica. Non è per portare a casa voti anche lì. A Roma c’è l’amicizia con Giovanni, candidato di Ateneo Studenti. A settembre, organizzano i banchetti di accoglienza per le matricole e con alcune di loro si trovano a bere un aperitivo. Racconta Matteo: «È stato impressionante vedere sempre più persone incuriosirsi e incominciare a seguire la compagnia di questi nuovi amici. E non erano solo matricole. Sono spuntati sempre più ragazzi che si sono affezionati innanzitutto alla loro università. Hanno iniziato a vivere il proprio ateneo al punto da volersi implicare anche nelle elezioni. Stare con loro per me è stato riscoprire il mio desiderio di significato e rivivere l’incontro con la comunità al mio primo anno di università».

L’11 maggio escono i risultati. Ateneo Studenti prende 39 seggi su 52 nei Consigli di facoltà di Milano, 2 a Roma, 2 a Brescia e 1 a Piacenza. E più di 7400 voti a EDUCatt. Una bella vittoria. «Sì, certo», dice sorridendo Chiara. «Ma i numeri non possono dire della ricchezza che ci siamo portati a casa. È cento volte di più. La commozione più grande nasce dall’aver visto decine e decine di volti cambiati da questa, pur effimera, circostanza. Tantissime le persone che, colpite dalla vita che aveva preso altri, hanno iniziato a seguire. La promessa è che quello che è accaduto non sia soltanto una bella parentesi, ma che riguardi la vita intera e diventi il metodo con cui affrontare la realtà di ogni giorno».