Encuentro Santiago sulla situazione in Cile: «L’amore è più forte!»

Cosa c’è dietro queste manifestazioni di malcontento sociale? Cosa si urla per le strade? Non possiamo pensare di averlo già capito interamente.
La protesta è nata, all’inizio, come reazione all’aumento dei trasporti pubblici, alla precarietà del salario minimo e della salute… E poi si sono andate aggiungendo altre richieste fino a oltrepassare i limiti dell’ordine pubblico a opera di un movimento sociale che si riconosce come legittimo, e che in molti casi è diventato sempre più allettante, ma anche incontrollabile, e in altri casi violento e distruttivo.
L’immagine di Santiago in fiamme, di migliaia di bambini, giovani, donne e uomini che gridano e chiedono giustizia ci interpella, ci costringe ad alzare lo sguardo e a chiederci: questa domanda così propria dell’umano, a chi è indirizzata? Chi potrà accoglierla in questa notte così buia per il Cile? Tutto questo malcontento che ha avuto origine da un sistema e da una logica che non guarda ai bisogni delle persone, da politiche pubbliche inefficaci che generano impotenza – soprattutto nella popolazione più vulnerabile – ha portato allo scoperto la crisi sociale più importante degli ultimi anni. Allora, sprecheremo questo momento storico nella nebbia delle recriminazioni?

1. Perché l’odio e la violenza non sono la via?
Perché generano più paura, più confusione; perché chi ne esce danneggiato, alla fine, è sempre il più debole, perché i bambini crescono pensando che questa strada sia l’unica opzione. La metropolitana di Santiago è forse il segno più inequivocabile dell’integrazione sociale, del dialogo tra centro e periferia. Che cosa ne abbiamo fatto? Cosa abbiamo lasciato che accadesse a essa e ai suoi lavoratori e utenti? Ci sono quindici morti… Sarà vano il loro sacrificio?

2. Le autorità pubbliche, la crisi e i frutti
Lo Stato ha come proprio scopo la difesa e la cura dell’ordine pubblico, ma sempre nell’ottica della costruzione del bene comune e della difesa dei diritti delle persone. Questo è il momento di essere realisticamente e responsabilmente all’altezza delle esigenze di giustizia e di equità. Chiedere perdono e ricominciare vuol dire entrare dentro la crisi, e non solo gestirla. Così si nobiliterebbe lo Stato che è fatto per servire la società civile. Quello che la gente si aspetta è una crisi che dia dei frutti. Una crisi, per dare i suoi frutti, richiede gesti, soprattutto da parte di chi detiene il potere.

3. L’essere umano ha bisogno di un bene!
Cosa c’è sotto le macerie? Vedere persone che ripuliscono la metropolitana - forse le stesse persone che hanno partecipato alle proteste -, che difendono le scuole, si organizzano per prendersi cura del proprio quartiere, condividono il cibo tra vicini, ci fa capire che il bene è sempre una possibilità della persona, che siamo capaci di riconoscerlo al di là dei nostri errori e di aderire ai volti nei quali si esprime. Ricostruire e protestare possono essere l’espressione del medesimo bene.

4. L’urgenza di uno sguardo nuovo e il dialogo con l’altro
Dall’odio e dal lamento non si esce da soli. “Tu sei un bene per me” …l’altro è la strada del dialogo e dell’autocritica. Ciò che è in gioco in un contesto di diffidenza e recriminazioni è lo sguardo di un uomo libero che va incontro alla persona (senza etichette), con la sua storia particolare, i suoi desideri e le sue sofferenze, e che ci permette di comprendere cos’è che cambia e serve all’uomo, alla donna e a tutta la società. La politica deve necessariamente partire da qui, creando dialoghi e ponti tra uomini differenti… senza stancarsi.
In quest’ora amara, ma provocatoria, ciò che ci risveglia e ci spinge a costruire è l’amore per la storia del nostro popolo che si è forgiato affrontando tante avversità in cui la speranza è prevalsa. “L’Amore è più forte” …ha marchiato a fuoco la nostra memoria: l’amore al prossimo, l’amore per il bene comune, l’amore per la giustizia, per la verità, l’amore per l’essere umano nel suo bisogno e nel suo dolore fino ad arrivare ovunque… se accettiamo la sfida.

Encuentro Santiago, ottobre 2019