La presentazione in Paraguay

Paraguay. «La ricchezza della nostra fragilità»

Un dialogo online a tre voci su "Il risveglio dell'umano" tra alcune personalità del panorama politico e culturale del Paese sudamericano. Per capire meglio dove sta la risposta alle tante domande di questo tempo
Nora Gauto de Meyer

Da settimane ormai, circolavano anche in Paraguay le reazioni a questo libro così provocatorio, Il risveglio dell’umano a partire titolo fino all’ultima riga. Il testo è arrivato nelle mani di giornalisti, politici, vescovi, insegnanti, studenti, uomini d’affari, genitori e tanta gente comune… Ma tutti sono rimasti sorpresi per approccio così diverso dal solito nell’affrontare il momento che stiamo vivendo.

Il fenomeno della pandemia tocca ovunque l’intera esperienza umana, e spesso ci viene offerto di affrontarlo quotidianamente dal punto di vista politico, scientifico o economico. Julián Carrón, invece, non si avvale di “esperti”, ma interroga l’esperienza di ciascuno.

In questo contesto, gli amici dell’associazione “Encuentro Asunción” hanno proposto di organizzare una presentazione online del libro venerdì scorso.



Oltre 400 le persone collegate dal Paraguay e da altri Paesi dall’America Latina in diretta streaming, per ascoltare gli interventi e le riflessioni sul testo di Carrón di Soledad Núñez, ingegnere civile ed ex Ministra dell’Edilizia abitativa; Roberto Moreno, avvocato e docente universitario; Julián de la Morena, responsabile di Comunione e Liberazione in America Latina; moderatore, Luis Ayala, professore di Economia all’Università Cattolica di Asunción. Un’ora e un quarto di dialogo e di grande calore umano, in cui i relatori si sono messi in gioco con semplicità e umanità.

La Núñez, che alcuni anni fa è stata, trentunenne, la più giovane ministra del Paese, continua a svolgere un’intensa attività sociale, molto coinvolta in un contesto nazionale (simile a quello di altri Paesi del continente sudamericano) in cui il Covid-19 ha conseguenze importanti soprattutto sulla parte della popolazione più vulnerabile, e che probabilmente vedrà ampliarsi il divario tra chi sta meglio o peggio non solo sul piano sociale ed economico, ma anche a livello educativo. Tante le domande che, ha detto, le ha suscitato la lettura del libro, cominciando il suo intervento girandone una a tutti: «Che “elasticità” può avere questa generazione a cui Carrón pone una sfida senza precedenti già all’inizio del libro?». Da qui, ha approfondito il tema della possibilità di «un aiuto allo sviluppo di un mondo migliore», poiché questo compito, condiviso da più persone, in una crisi come quella che stiamo vivendo, può essere occasione «per un cambiamento a livello personale e anche per un ruolo più utile dello Stato». La sua esperienza personale di fronte alle domande che ha affrontato in questo periodo di isolamento, e illuminate dalla lettura di Carrón, l’ha sintetizzata dicendo che che «la ragione, stimolata dalla realtà, si impossessa della nostra struttura più intima».

Proseguendo il dialogo, Roberto Moreno - che vanta anche una affermata carriera nell’ambito dell’insegnamento e che per diversi anni è stato anche Procuratore Generale della Repubblica - è intervenuto testimoniando una lettura approfondita del libro. Nelle sue riflessioni sono emersi due aspetti centrali: la positività della realtà «a condizione che accettiamo la sfida di viverla, e non semplicemente interpretarla»; e «la ricchezza della nostra fragilità», che ci permette di arrivare al punto della dipendenza come verità di noi stessi. «Non siamo Prometeo», ha detto più volte, mettendo l’accento su quel «processo personale di riflessione e di purificazione anche nell’ambito della fede» che lui stesso condivide e per il quale ha ringraziato.

A chiudere, Julián de la Morena ha richiamato il fatto che il risveglio della nostra umanità non è «qualcosa di automatico o magico, ma implica di non rimanere sordi alle circostanze»: occorre non perdere l’opportunità di essere noi stessi e di essere pronti a rispondere al bisogno degli altri «riconquistando spazi di cordialità e servizio».

LEGGI ANCHE In Italia, accanto a chi ha bisogno

Un incontro, durato poco più di un’ora, in cui è apparso evidente che l’umano si risveglia stando assieme a persone che comunicano una certezza e camminano al nostro fianco. Lo ha detto chiaramente Moreno, prima di salutare: «Di fronte alle tante domande che sorgono in questo periodo, l’unica risposta è una Persona che mi ama e mi accompagna. Così si genera la speranza».