Sepe: «Il "Dio bellezza" di don Giussani, centro della storia»
L'omelia del Cardinale arcivescovo di Napoli, il 9 febbraio, alla messa in ricordo del fondatore di CL. «Tutta la sua preparazione umana, intellettuale e sacerdotale era finalizzata sempre ad annunziare lo stupore per Dio»Oggi, ricordiamo il nostro caro monsignor Giussani, nel quindicesimo anniversario della sua dipartita al Cielo, avvenuta il 22 febbraio 2005. È la memoria che fa emergere, attraverso l’ascolto della Parola di Dio di questa domenica, V del Tempo Ordinario, anche il carisma e la spiritualità che don Giussani ha lasciato alla Chiesa intera, ai suoi discepoli.
Le parole del Signore, rivolte a tutti, «Voi siete la luce del mondo, voi siete il sale della terra», manifestano come, nella figura di questo sacerdote, hanno ritrovato una eco e una testimonianza profonda, perché quello che lui ha fatto, quello che lui ha detto, quello che lui ha scritto, sono una eredità per la vita di tutta la Chiesa, perché don Giussani ha saputo leggere il Vangelo ed incarnarlo in quel particolare contesto culturale, sociale e spirituale in cui ha vissuto. Ha saputo cogliere i segni dei tempi per annunziare la Parola, andando alle radici, alle sorgenti del Vangelo stesso, mostrando la bellezza e la grandezza di quel mistero d’amore incentrato nell’Incarnazione del Verbo di Dio che si è fatto uomo.
In una società insipida, in una società che non vede, perché è oscurata dalle tenebre del materialismo, ecco che si aprono le porte del cuore e il Vangelo diventa bellezza, fermento di una nuova umanità, rinnovata nel nome di Cristo. Guardiamo ancora oggi la carta geografica delle tante miserie, delle tante oscurità, delle tante insipidezze, dove i poveri e gli emarginati non vengono aiutati, perché ignorati dalle teorie materialistiche e dall’indifferenza dell’avidità umana. Comprendiamo come è importante e necessario aprire il Vangelo e mostrare la bellezza di questa Parola di Dio fattasi uomo, proprio come diceva il cardinale Ratzinger nell’omelia in occasione dei funerali di don Giussani a Milano, cerimonia alla quale ebbi l’onore di partecipare: «Giussani era al centro della bellezza di Dio, non della bellezza vuota, effimera e inconsistente, ma della vera bellezza che poi è Dio stesso che si mostra».
Scoprire il Signore come “Dio bellezza”, è l’essenza, è il fondamento stesso dell’incontro di Dio con l’uomo. Per don Giussani questo è il centro della storia di tutta l’umanità.
Egli amava dire che Dio va in cerca dell’uomo, mendica l’uomo, e continua a cercarlo quando si incarna in mezzo a noi. Infatti, Cristo, Verbo del Padre, diventa a sua volta mendicante dell’uomo, per fargli scoprire la dignità e la bellezza dell’incontro con l’Amore. Da qui nasce lo stupore, da qui nasce quella rivoluzione interiore, quella nuova creatura che fonda tutta la sua dignità, tutta la sua mendicanza, nel Dio creatore incarnatosi in Cristo. E la Chiesa diventa il luogo dove ognuno di noi può trovare rifugio, può trovare aiuto e forza per incontrare l’altro.
La vita di don Luigi, Servo di Dio, è diventata un’espressione, una vocazione a guadagnare l’altro, per elevarlo alle altezze del cuore di Dio. Tutta la sua preparazione umana, intellettuale e sacerdotale era finalizzata sempre alla predicazione, ad annunziare questo stupore di Dio. Così, quando insegnava con una predilezione del tutto particolare per i giovani, prima al liceo classico Berchet di Milano, come pure all’Università cattolica, cercava di far scoprire le ricchezze del Vangelo, per mettere in luce e per dar sapore alla vita dell’uomo, preservandola dall’aridità. Anche noi con il nostro caro don Giussani ci vedevamo spesso a Roma. Ha avuto tante difficoltà, tanti problemi per la sua predicazione, perché quando diede vita alla Gioventù Studentesca dovette lasciare i suoi impegni, ma la provvidenza di Dio volle la nascita di questa nuova Fraternità di Comunione e Liberazione, riconosciuta poi dalla Santa Sede nel 1982.
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C’è una cosa che vorrei sottolineare della spiritualità, del carisma di don Giussani: la sua devozione sincera, profonda e umile alla Madonna. Dal mistero dell’Incarnazione mostrava come questa ragazza, di sedici, diciassette anni, diventava il ventre in cui il mistero di Dio si è realizzato. Offrendo il suo corpo e la sua anima alla volontà misteriosa del Padre. Strumento di Dio per l’incarnazione di Dio. L’affidamento di don Giussani, durante tutta la sua vita, in particolare l’ultima parte, è un affidamento del figlio che amava profondamente la sua Madre. Tant’è che poi, alla fine, morì con questa invocazione: «Oh Madonna, tu sei la sicurezza della nostra speranza». Una frase questa che è stata messa sulla sua tomba nel cimitero di Milano. Ecco, sentiamo questa profonda spiritualità, questa ricerca di Dio. Facciamoci arricchire dalla luce di Dio, perché da mendicanti possiamo diventare e vivere da figli di Dio, con la protezione di Maria nostra madre, che ci dona speranza, gioia, forza e coraggio nel nostro incontro col Lui.
Cerchiamo di essere abbagliati dall’incontro con Cristo, perché solo così possiamo capire la nostra vocazione cristiana ed essere testimoni in un mondo spesso tenebroso e lontano da quello che è il Verbo, la parola del Vangelo. Cari amici di Comunione e Liberazione, Dio benedica tutti voi. Dio vi dia forza nel camminare per trovare sempre stimoli nuovi in una società difficile come la nostra, ad essere attenti ai segni del Signore per comunicare agli altri, come ha saputo fare don Giussani, la bellezza della Chiesa, del mistero di Dio.
Dio vi benedica e a Madonn v’accumpagn!#donGiussani