Padre Romano Scalfi (Foto Fraternità CL)

Padre Scalfi e i due polmoni della Chiesa

A cent'anni dalla nascita del fondatore di Russia Cristiana, alla Villa Ambiveri di Seriate il primo di una serie di eventi per ricordarlo. «E per rinnovare in ognuno di noi la coscienza del suo carisma»
Sandro Chierici

Era il 28 agosto 1956. «Carissimi, speravo, nello scrivervi la mia prima lettera da Milano, di potervi far sapere qualcosa di concreto sul mio avvenire. Speranze vane: oggi mi trovo nella stessa condizione del primo giorno; di peggio c’è che il primo giorno speravo di sistemarmi in qualche modo da queste parti mentre oggi, dopo 15 giorni che calco le strade milanesi, anche la speranza va sempre più diminuendo. Insisterò ancora perché ho l’impressione che questo sia il mio dovere, ma se guardassi alla voglia, prenderei il treno ancora domani per il Trentino…». Così scriveva padre Romano Scalfi nei mesi in cui stava per fondare Russia Cristiana, l’opera della sua vita.

Questo momento cruciale del suo cammino, e diversi altri ancora, sono stati ricordati a Villa Ambiveri a Seriate, sede dell’Associazione e della Fondazione Russia Cristiana, durante un open day, che ha aperto la serie di eventi programmati per ricordare il centenario della sua nascita. È stata un’occasione importante per rinnovare in ognuno di noi la coscienza del carisma di padre Romano, e di ritornare alle origini della sua chiamata a vivere la comunione con la tradizione cristiana orientale e a comunicarne tutta la ricchezza.

Villa Ambiveri a Seriate (Foto Giuliano Rovere)

La giornata si è aperta con una scoperta commovente per molti. La famiglia di padre Scalfi ha donato alla Fondazione Russia Cristiana il corpus di oltre 500 lettere scambiate fra il giovane Romano e i suoi familiari da quando, a 11 anni, entrò in seminario. Il paziente lavoro di scansione e trascrizione, oltre a consentire di salvare questo patrimonio, ha fatto emergere molti dettagli della formazione religiosa di padre Scalfi e il modo come è maturata la sua vocazione per la Russia, che lo ha spinto a dar vita alla grande opera che è Russia Cristiana. L’incertezza iniziale vissuta da padre Romano ha trovato alla fine una risposta. Don Paolo Polesana e Felicita Mornata hanno fatto ripercorrere questo cammino attraverso la lettura di stralci dell’epistolario.

Un momento della giornata dedicata ai 100 anni dalla nascita di padre Romano Scalfi (Foto Giuliano Rovere)

È seguita la celebrazione della Divina Liturgia in rito bizantino-slavo, nell’affollatissima cappella con oltre 50 persone assiepate all’esterno. Per quanti di noi l’incontro con la Liturgia è stata l’esperienza di bellezza che ci ha fatto desiderare di seguire padre Romano! Nel pomeriggio si sono susseguite le visite guidate al parco e ai locali della Villa, nei quali sono state allestite due mostre, una dedicata alla vita di padre Romano, corredata da alcuni oggetti a lui appartenuti, e l’altra alla figura di Betty Ambiveri, una grande protagonista della vita civile a Bergamo nella prima metà del secolo scorso, che offrì la propria villa perché servisse da sede per l’attività di Russia Cristiana. Così padre Scalfi, in una lettera ai familiari del 12 novembre 1957, ricordava quel momento: «Carissimi, (…) domenica scorsa sono andato fino a Bergamo dove una contessa ha messo a disposizione parte della sua villa gentilizia per il futuro Russicum dei laici. La casa c’è, mancano soltanto i laici disposti a prepararsi per la Russia. Se il Signore benedice verranno anche quelli…». E i laici sono arrivati…

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La straordinaria dedizione dei tanti volontari di Russia Cristiana, affiancati dai ragazzi di Mediazione Didattica, è stata un evento nell’evento, offrendo un aiuto e una guida cordiale e appassionata ai molti intervenuti, provenienti non solo da Seriate e Bergamo, venuti a conoscere un luogo di rara bellezza come Villa Ambiveri e un’esperienza cristiana aperta su una ricchezza religiosa, culturale e artistica che ha molto da dirci oggi. Lo scopriamo ogni giorno di più in un tempo come il nostro dove la divisione sembra prevalere, e dove è sempre più importante affermare il desiderio dell’unità della Chiesa, chiamata a respirare, come disse papa Giovanni Paolo II, con i due polmoni dell’Oriente e dell’Occidente.