Luciano Floridi

Maturandi 2020. Come ripensiamo il mondo?

Il video del primo appuntamento del ciclo dedicato a chi prepara l'esame di Stato. L'intervento del professore di Oxford Luciano Floridi e le sue risposte alle domande degli studenti. Il tema? “Interpretare il reale. Concetto e mondo”
Simone Invernizzi

Ci troviamo nel bel mezzo di una vorticosa trasformazione e «il modo in cui non guardiamo il mondo sta cambiando sotto i nostri occhi»: dopo i cambiamenti di paradigma introdotti da Copernico, Darwin e Freud, oggi stiamo attraversando quella che alcuni chiamano la quarta rivoluzione, la rivoluzione digitale. In che cosa consiste? Quali orizzonti e quali problemi dischiude all’uomo?

Di questo ha parlato venerdì 14 febbraio il professor Luciano Floridi, in un incontro presso l’Università di Bologna organizzato da Romanae Disputationes dal titolo “Interpretare il reale. Concetto e mondo”, nel contesto di un ciclo di appuntamenti dedicati ai maturandi. Romano, trapiantato da trent’anni in Inghilterra dove insegna Filosofia ed Etica dell’Informazione all’Università di Oxford, Floridi ha costruito il suo intervento attorno a una domanda chiara: «Oggi come ripensiamo il mondo?».



Con la loro rapidità di comunicazione e potenza di calcolo, le tecnologie informatiche e digitali non ci permettono tanto di fare ogni cosa in modo più comodo e veloce, ma ridisegnano profondamente la nostra esperienza del mondo e di noi stessi. La rivoluzione digitale spinge verso comprensioni nuove e inesplorate: il mondo ci si mostra non più come un insieme di oggetti definiti che possiamo conoscere e manipolare, ma piuttosto come una trama di relazioni (networks), in perenne movimento; e l’io appare non più come una realtà stabile e definita – già Freud agli inizi del Novecento aveva scosso questa certezza –, ma come un “organismo informazionale” costituito dalle proprie informazioni (memorie, conoscenze, profili social), a sua volta inserito in una rete di informazioni con cui interagisce continuamente, in un reciproco scambio di dati. Questa prospettiva apre domande nuove, che la filosofia non può ignorare: cosa vogliamo farne di queste relazioni? Come vogliamo disegnare il mondo del futuro? Qual è il progetto umano per il XXI secolo?
Il compito del filosofo è quello di fare domande – e provare a dare risposte – per comprendere il mondo e i suoi cambiamenti in profondità. «La filosofia la facciamo nel sottosuolo», spiega Floridi, ci «interessano le radici», perché sappiamo che è da esse che dipende il fiore che sboccerà domani.