Di recente sono stato a New York con la mia famiglia per trovare dei nipoti che vivono lì da anni e per incontrare alcuni amici dei miei figli.

La prima impressione è stata quella di una città viva, così diversa anche solo da cinque anni fa. La vita che ferve nelle strade, nei negozi, nei centri commerciali, la finanza… Perfino gli spazi pubblici, che in Italia sono spesso un po’ trascurati, lì sono tenuti benissimo.

Poi, quando cominci a incontrare le persone “reali”, ti accorgi che, per chi non lavora nell’alta finanza o non ha un contratto da super manager, la vita non è così facile. Occorre vivere lontano dal centro e fare tanta strada ogni mattina per andare a lavorare. Oppure, se capita di perdere il lavoro, si perde anche l’assicurazione sanitaria. A rischio ci sono anche le cose che da noi sembrano scontate. E così, anche qui, guardando i nostri amici della comunità di CL d’oltre oceano, l’unica strada è una trama di amicizia e solidarietà che nasce dalla fede, per la quale l’uomo è di più dei suoi soldi o della sua capacità di successo. Una fede che ti fa stare “dentro” la realtà, qualunque essa sia.

LEGGI ANCHE Verso le Europee. Il treno per Bruxelles che passa da Pavia

Mi è venuto in mente che ciò che ha permesso e permette tuttora alla vecchia Europa (e all’Italia) di essere ancora in piedi, nonostante i conti scalcagnati e l’incuria colpevole che spesso ci contraddistingue, è una cultura che vede l’uomo come qualcosa di irriducibile, che nasce dalla nostra grande tradizione cristiana. E ho pensato che, forse, il primo contributo che posso dare per queste elezioni è rendermi conto e ringraziare del valore enorme, non solo personale ma sociale, di questa grande amicizia.

Stefano, Milano



«Da dove ripartire? Che senso ha impegnarsi per il bene comune? Tu che esperienza vivi?». Leggi il documento che CL ha preparato in vista del voto di maggio e manda il tuo contributo a redazione@tracce.it
#Europa