La mostra per il Centenario di don Giussani allestita nel Palazzo Comunale di Gallarate (Varese)

La domanda più importante della vita

La mossa di una comunità per la gratitudine a don Giussani. Tra iniziative e incontri pubblici per il Centenario. E scoprendosi “in cammino”. Il racconto da Gallarate

«Ho guardato la mostra su don Giussani che avete già allestito nell’atrio ed è molto bella. Stimolante a livello di contenuti. Un ottimo lavoro che mi piace molto anche a livello grafico e comunicativo». Queste le parole del sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, al termine dell’allestimento della mostra “Giussani 100: un impeto di vita” nell’atrio della sede del Comune della cittadina varesotta.

L’idea di portare la mostra a Gallarate era nata quando si era avuta conferma dell’accoglienza, da parte dell’amministrazione comunale, della richiesta di intitolare a don Giussani un parco pubblico nel centro della città. Una decisione inaspettata - così come era stata del tutto imprevista l’idea di fare la richiesta, nata da uno di noi in modo del tutto estemporaneo - che ci ha mossi nel pensare altri momenti pubblici per raccontare e far incontrare don Giussani. Così, ecco la mostra, aperta per sette giorni nel prestigioso Palazzo Comunale, la cerimonia d’intitolazione del parco e un incontro pubblico con Carmine Di Martino, docente di filosofia alla Statale di Milano e altri due ospiti collegati via web: Luciano Violante, presidente emerito della Camera dei Deputati, e il nostro amico Dimitry Kuryachenko, avvocato di Astana, Kazakistan, introdotti dal giornalista Enrico Castelli.

L'inaugurazione del parco dedicato a don Giussani

La preparazione di questi eventi è stata un gesto che ha mosso tanti di noi della comunità gallaratese. Chi ha cercato i video, chi ha pensato ai testi per presentare la mostra, chi si è reso disponibile negli aspetti più pratici. Tante “mosse” personali che hanno portato ciascuno a conoscere di più don Giussani e la storia del movimento. È stato anche riscoprire la bellezza del “fare insieme” e del fatto che, se si sa perché si fanno le cose, anche i momenti di fatica diventano occasioni.

Occasioni di incontro, per esempio, con persone che non avevano mai conosciuto Giussani o che, magari, avevano incontrato il movimento in passato ma poi se ne erano allontanate. Occasioni di stupore, anche, per esempio di fronte alla disponibilità inaspettata da parte di alcuni a darci una mano. Ancora, per la possibilità di usare spazi pubblici e avere il patrocinio delle istituzioni.

LEGGI ANCHE Vacanze GS. «Presi da qualcosa di grande»

Ma più di tutto, ci ha colpito la parola che è stata ripetuta in quasi tutti gli interventi di un’assemblea che abbiamo fatto a conclusione di tutti gli eventi: “gratitudine”. Quello a cui abbiamo assistito ha generato in noi una gratitudine per la strada in cui ciascuno è stato messo e per il fatto che siamo insieme. Nulla di sentimentale, perché rimanda, come hanno detto in tanti, a un cammino e a un lavoro. Quanto abbiamo visto accadere ci ha toccato proprio sulla domanda più importante della vita, richiamata anche da Papa Francesco all’Epifania: «Chi sei, Cristo, per me?»
Luigi, Gallarate (Varese)