Una volontaria della Colletta alimentare

Colletta 2019. «Il fondo comune degli italiani»

Torna la raccolta di generi alimentari nei supermercati. È un'iniziativa del Banco Alimentare, nato 30 anni fa dal genio di Danilo Fossati, titolare della Star. È nel dialogo con lui che don Giussani ne colse il valore educativo. Ecco come
Luca Fiore

L’appuntamento è per l'ultimo sabato di novembre, in 13mila supermercati sparsi per tutta Italia. È la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare che vedrà impegnati 145mila volontari per invitare a donare alimenti a lunga conservazione che, nei prossimi mesi, verranno distribuiti a 7.500 strutture caritative che aiutano un milione e mezzo di bisognosi. Oltre che con la spesa nei punti vendita, si potrà partecipare alla Colletta anche facendo acquisti online (sulle piattaforme abilitate) e con donazioni attraverso la rete telefonica fissa e mobile. Quella di sabato è la ventitreesima edizione dell’iniziativa promossa dalla Fondazione Banco Alimentare che, quest’anno, festeggia i suoi trent’anni di attività.

Una storia, quella del Banco Alimentare, nata dall’incontro tra alcune persone appartenenti a CL e Danilo Fossati, titolare della Star, uno dei gruppi agroalimentari più importanti d’Italia. Lo stesso don Giussani, incontrando Fossati, incoraggiò l’iniziativa con entusiasmo. Alberto Savorana, in Vita di don Giussani, racconta che il sacerdote, incontrando l’imprenditore nel 1990, gli disse: «Lei sta facendo una grande cosa. La ringrazio, perché dà la possibilità a tanti giovani e a tanti adulti di imparare a vivere la gratuità». E aggiunge: «Lei deve avere un cuore buono come sua madre». Davide Celora, dipendente della Star e tra i protagonisti di quell’inizio, ha raccontato a Savorana: «Fossati si portava dentro un disagio profondo: gli sembrava che il bene che faceva non fosse mai abbastanza, non fosse mai all’altezza della carità vissuta dalla madre. Così, il grande capitano d’azienda, il ricco Fossati si mise a piangere e quando riuscì a ricomporsi si salutarono, si diedero la mano e uscimmo dall’ufficio senza parole. Non c’era nulla da aggiungere: Giussani, attraverso il suo sguardo ancor più che con le parole, lo aveva abbracciato fino in fondo per quello che era e non per quello che faceva. Per Fossati fu l’abbraccio di uno che non misurava ma che, semplicemente, lo amava».

Savorana racconta anche di un successivo incontro tra i due: «In quell’occasione Giussani aveva confidato a Fossati il sogno che dal Banco Alimentare potesse nascere un grande gesto educativo alla carità per milioni di italiani, qualcosa che potesse costituire una sorta di “fondo comune degli italiani”, in favore dei più bisognosi. Sono parole che stupiscono non poco i presenti al colloquio; all’epoca, infatti, nel Banco sono coinvolte cinque o sei persone, e una vera e propria attività organizzata non è ancora nata. Una decina di anni dopo, di fronte all’imponenza della mobilitazione popolare e delle donazioni alimentari ricevute grazie alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, Giussani dirà che finalmente è nato “il fondo comune degli italiani”».

Dopo la scomparsa dell’imprenditore, morto il 10 marzo 1995, il fondatore di CL lo ricorderà con queste parole: «La carità agisce per puro amore, nel senso che: dato, fatto; non c’è più nessuna appendice. Quello non mi riconosce? Non c’entra, lo faccio lo stesso. Infatti, cos’è l’amore se non volere il bene dell’altro? Se non volere riconoscere la misteriosa bontà di Dio per ogni uomo? Questo era ciò che imparavo anche ascoltando un imprenditore schivo e deciso come Danilo Fossati».



Dopo tanti anni, la Colletta alimentare vuole ancora essere un momento educativo, come suggerito da Giussani. «Per noi la Colletta ha innanzitutto una valenza educativa che dà senso all’azione sociale», spiega Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare: «Ci educa e testimonia a tutti che è possibile cambiare pezzi di vita, restituirli alla dignità e alla speranza, spezzando l’indifferenza. Vogliamo ricordare a noi stessi, ai volontari che si adoperano per renderla possibile, e quindi a tutti i nostri concittadini, che solo la gratuità, la solidarietà e il dono rendono realmente umana la convivenza civile e vincono l’indifferenza, causa vera di tante ingiustizie».

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La Colletta è il modo con cui la Fondazione aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2019, indetta da papa Francesco. E sono proprio le parole del Pontefice per questa occasione ad essere proposte come spunto di riflessione per i volontari (sono le tradizionali “dieci righe” che si leggono prima del turno al supermercato): «I poveri acquistano speranza vera quando riconoscono nel nostro sacrificio un atto di amore gratuito […] Certo, i poveri si avvicinano a noi anche perché stiamo distribuendo loro il cibo, ma ciò di cui hanno veramente bisogno va oltre il piatto caldo o il panino che offriamo. I poveri hanno bisogno delle nostre mani per essere risollevati, dei nostri cuori per sentire di nuovo il calore dell’affetto, della nostra presenza per superare la solitudine. Hanno bisogno di amore, semplicemente. […] Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro». Perciò andiamo incontro a chi è più povero impegnandoci per «rafforzare in tanti la volontà di collaborare fattivamente affinché nessuno si senta privo della vicinanza e della solidarietà».