Le ali della libertà di Frank Darabont

Film per l'estate - «La cosa più bella che esista»

Andy, ergastolano innocente, non si piega a essere omologato dal sistema carcerario. Al suo amico Red insegna il valore della speranza. Il movimento consiglia per le vacanze "Le ali della libertà", con Tim Robbins e Morgan Freeman. Ecco perché
Maurizio Crippa

La scena madre, in questo film con molte scene madri, se la prende Mozart. Quando Andy, l’ergastolano innocente che non si piega a essere “istituzionalizzato”, a diventare cosa tra le cose, si chiude nell’ufficio del direttore e dagli altoparlanti fa partire Le nozze di Figaro. Note sublimi che volano sopra la tetra galera, su carcerati e aguzzini, su vittime e malvagi, e sono le ali della libertà. Il suo amico “Red” Redding non è più il ragazzo che commise un omicidio, ora è un vecchio ergastolano, e gli aveva detto: «La speranza è una cosa pericolosa, amico, può uccidere un uomo». Andy gli risponde con la musica: «C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può togliere». «Ma di che parli?», gli fa Red. «Di speranza».

Tim Robbins in una scena del film

Dice speranza, ma la parola giusta è libertà: non puoi rinunciarvi, anche se può fare paura. Nel titolo originale (da un racconto di Stephen King) c’è, invece, la parola “redenzione”. La redenzione non come la dà il carcere: ma come l’io ha bisogno di trovare. Andy non è migliore di Red («qui dentro siamo tutti innocenti»). È debole, subisce atrocità inenarrabili. Ma ha questo, oltre a un gran cervello: non s’arrende perché la speranza è «la cosa più bella che esista». Un desiderio che fa i conti con la materia che ha sotto mano. In prigione non è granché, ma non si butta via un grammo del positivo che c’è: «Fai di tutto per vivere, o fai di tutto per morire». Andy non s’arrende perché è migliore, ma perché c’è Red. Red non s’arrende perché si fida di Andy. Le ali volano, se hai qualcuno da cui andare.