Dopo la vendita di "Tracce" a Reggio Calabria

#giornatatracce. «Se è una cosa che fa bene, la compro»

A Reggio Calabria, dopo i primi dubbi, ci si mobilita per la vendita fuori dalle chiese: «Può accadere sempre un imprevisto». C'è Maria, l'amica mendicante, che lascia il posto e dà consigli. E Gisella che verrà alla Scuola di comunità...

C’è un po’ di resistenza quando arriva l’avviso della “giornata Tracce. Cominciamo a parlarne, si discute sulle modalità, sulle domande che nascono e anche il pensiero sommerso che forse la vendita “militante” non sia più adeguata. Eppure cominciano a venire pubblicate le prime lettere sul sito di CL che raccontano cosa è successo durante le “giornate Tracce degli anni passati e in giro per il mondo. Un amico ci fa notare che, in barba a tutte le nostre resistenze, una delle lettere pubblicate era stata inviata qualche anno fa proprio da un amico della nostra comunità. Anche questo è un motivo in più per fidarsi dell’iniziativa di chi propone.

Ci lasciamo provocare. Sono le nostre stesse domande. Come le lettere pubblicate dal sito documentano, è sempre successo un imprevisto, qualcosa che ha superato dubbi e aspettative, e sta succedendo ancora. Siamo sicuri che questo gesto propostoci da Carrón abbia un nesso con la Giornata d’inizio anno e siamo curiosi di scoprire sul campo quale esso sia.

Si parte. Gli amici iniziano a dare la propria adesione. Ci dividiamo in squadre per andare a proporre Tracce sabato e domenica. Tutti pronti puntuali all’appuntamento. Arriva anche Giuseppe che fino all’ultimo momento aveva deciso che non ci sarebbe stato, ma poi dopo l’invito di un amico ha ceduto. Alcuni, dalla periferia, hanno fatto 75 chilometri per partecipare con noi alla vendita. Maria, la mendicante che sta davanti ad una delle chiese dove siamo diretti, ci accoglie dicendo: «Vi cedo il mio posto». Mette da parte anche il suo bisogno e un possibile guadagno perché, dalle nostre facce forse intuisce la serietà del gesto che andavamo a fare (il giorno prima c’erano stati altri amici). Inizia anche a darci consigli per poter incontrare più gente possibile.

Iniziano gli incontri: «Lo compro perché mio fratello ha conosciuto CL tanto tempo fa», dice una signora. Gisella incontra una ragazza straniera, iniziano a dialogare: «Il nostro amico, Carrón, ci sfida su come viviamo il cristianesimo ogni giorno». Le racconta di quando andava a messa senza capire perché, solo per una tradizione, e che l’incontro col movimento ha rivalutato tutto. Lei la interrompe: «Aspetta aspetta, che vuol dire sfidare? Le risponde raccontandole della vita in università con il CLU… Sfogliano insieme Tracce«Quello che leggo qui mi aiuta quando mi sveglio la mattina, è un punto di partenza». Dopo un lunghissimo dialogo la donna le dice: «Allora se è una cosa che fa bene, la compro. Posso comprarlo ogni mese? Vi riunite in qualche posto?». Le lasciamo i contatti e la invitiamo alla Scuola di comunità di mercoledì in collegamento video con don Carrón.

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Alle 21 ci prepariamo ad andar via. Giuseppe durante il pomeriggio ha ricevuto una lunga serie di “no”. Mentre ci incamminiamo arriva una coppia e chiede proprio a lui: «Si può ancora comprare il giornale?». Giuseppe stupito risponde: «Certo, ma prima ci tengo a dirvi che cosa è questa rivista per me!». Tutto questo sotto gli occhi stupiti di noi amici, che ci rendevamo conto di come Cristo stesso viene incontro a chi dice un sì appena accennato, per confortare e consolidare il suo rapporto con noi. E questo è il giudizio che è circolato tra noi tutti: vendiamo il giornale per dire chi siamo: per dirlo al mondo, ma per dirlo a noi stessi.

Andrea e la comunità di Reggio Calabria